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Occhio secco, che cos'è e come curarlo

L'oculista e docente universitario Paolo Nucci spiega come diagnosticare e trattare il disturbo causato dallo squilibrio del film oculare

Il Professor Paolo Nucci, medico oculista e professore universitario presso l’Università degli Studi di Milano, ci parla di una tematica che sta diventando sempre più discussa: l’occhio secco. L’occhio secco è un disturbo comune ma sottovalutato, ed è per questo motivo che il Professor Nucci si è reso disponibile per raccontarci le cause, i sintomi, i rimedi e alcuni consigli su come convivere con questa patologia.

Cos'è il film lacrimale?

Tra le varie parti di cui si compone l’Occhio, ce n’è una in particolare chiamata film lacrimale e ricopre un ruolo fondamentale per la salute oculare. Il film lacrimale è particolare in quanto si compone di tre strati: acquoso, mucinico, lipidico. Questi strati devono essere in equilibrio tra loro, perché nel momento in cui questo equilibrio si rompe, si instaura una condizione chiamata occhio secco.

 

In che modo il film lacrimale causa l'occhio secco?

L’età è la principale causa dell’occhio secco. Mi spiego meglio: con il passare degli anni, gli strati perdono la loro funzione generando il disequilibrio che menzionavo prima. Lo strato che si altera prevalentemente è quello lipidico – ovvero quello “grasso” – che fa evaporare precocemente la lacrima causando fastidi quali sensazione di corpo estraneo e offuscamento visivo. È per questo quindi che il paziente tende ad ammiccare di più.

 

Ci sono altri fattori di rischio che portano alla secchezza oculare, oppure si tratta solo di una questione di età?

Certamente esistono altri fattori di rischio, alcuni più impattanti di altri. Alcuni farmaci per esempio, quali i contraccettivi, possono ridurre la produzione di lacrime; anche gli interventi chirurgici, come la chirurgia refrattiva, possono far sorgere problemi di dislacrimia. L’inquinamento rappresenta un ruolo attivo nella salute oculare: le polvere sottili infatti agiscono come un talco, determinando una secchezza legata dall’asciugamento della componente acquosa. È anche per questo motivo che consigliamo l’utilizzo dei sostituti lacrimali anche nei bambini. 

 

La nuova realtà dovuta al lavoro da casa può aver avuto un impatto sulla salute oculare generale?

Assolutamente sì, e qui mi ricollego ai fattori di rischio che menzionavo prima. In primo luogo, la prolungata esposizione agli schermi dovuta al periodo di smart working è una delle cause maggiori della secchezza oculare, dovuta non solo dall’esposizione ma anche dalla diminuzione dell’ammiccamento. Anche l’utilizzo delle mascherine ha aggravato questa condizione, in quanto la temperatura del livello oculare tende ad alzarsi.

 

Qual è il corretto trattamento per questo tipo di disturbo?

La secchezza oculare è una patologia e in quanto tale deve essere trattata in modo appropriato. Sicuramente è bene evitare di utilizzare dei sostituti lacrimali composti unicamente di acqua distillata o di prodotti vegetali che non sono stati sperimentati sull’occhio. Ci sono numerose case farmaceutiche che si sono impegnate al fine di creare una lacrima artificiale quanto più vicina possibile ad una lacrima naturale: sono queste le tipologie di sostituti lacrimali che vanno privilegiati, quelle che alle spalle hanno un’ampia ricerca ed una importante sperimentazione.

 

Ci sono altre accortezze giornaliere che possono alleviare la secchezza oculare?

Ci sono sicuramente delle buone abitudini che il paziente dovrebbe prendere per non peggiorare la condizione dell’occhio secco. Per citarne un paio, al di là delle solite raccomandazioni circa l’utilizzo degli schermi: evitare di fumare perché il fumo altera moltissimo il film lacrimale; avere un'alimentazione equilibrata perché un alimentazione troppo zuccherina o troppo grassa induce la produzione di un film lipidico di scarsa qualità, rendendo la lacrima instabile.

 

Per curare l'occhio secco tutti hanno bisogno degli stessi rimedi? 

Non esiste un trattamento universalmente valido per l’occhio secco. Oltre all’utilizzo di lubrificanti oculari esistono altre opzioni terapeutiche disponibili, tra cui, ad esempio, l’impiego di colliri a base di steroidi che possono aiutare temporaneamente a curare l’infiammazione - sebbene ci sia il rischio di un aumento della pressione oculare. Un’altra classe di farmaci disponibili è quella degli immunomodulatori. Tuttavia eventuali terapie andranno sempre prescritte da un medico oculista, da cui ci si dovrà anche recare per successivi controlli periodici. 

 

Come si può diagnosticare l'occhio secco?

La diagnosi di occhio secco va fatta sempre dall’oculista attraverso un’accurata visita e l’utilizzo di appositi test per l’esame della lacrimazione. Lo studio del film lacrimale può essere effettuato sia attraverso un’analisi quantitativa della lacrima prodotta (test di Schirmer) che qualitativa (test di rottura del film lacrimale-BUT). Una volta ottenuti i risultati l’oculista provvederà ad impostare la terapia più adatta al singolo paziente, prescrivendo, di solito, sostituti lacrimali sotto forma di collirio e/o gel. 

 

Cosa può succedere in caso di inappropriata self medication?

Intanto bisogna contrastare l’uso indiscriminato di antibiotici e questo è un warning che arriva dai paesi anglosassoni per l’aumento incontrollabile delle resistenze batteriche. Il cortisonico deve essere sempre mediato dallo specialista evitando di eccedere e spiegando al paziente i rischi cui la self medication espone. L’impiego poi di vasocostrittori ha un pericoloso effetto assuefazione/dipendenza e un antiestetico effetto rimbalzo, visto che spessissimo l’occhio allo svanire dell’effetto del collirio, diventa ancora più rosso. Inoltre colliri non testati, a cui vengono aggiunti inefficaci - se non dannosi - elementi “naturali” come erbe e disinfettanti lasciano un po’ perplessi perché raramente sono supportati da letteratura non sponsorizzata.

 
 

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