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Firenze, bimbo di 9 anni operato all'addome con un "super robot"

Lʼintervento urologico è stato effettuato presso gli ospedali Meyer e Careggi. Secondo i medici rappresenta "il futuro della chirurgia"

Robot Da Vinci Torino sala operatoria Clinica Santa Caterina da Siena
ansa

Un bimbo di nove anni è stato sottoposto a un complesso intervento di chirurgia urologica attraverso un'innovativa tecnica robotica mininvasiva.

L'operazione è stata effettuata in maniera congiunta a Firenze dall'istituto pediatrico Meyer e dall'ospedale di Careggi. "Il robot ci ha permesso di fare questo intervento senza il classico taglio sul fianco" spiega l'urologo del Meyer Lorenzo Masieri. Il piccolo paziente soffriva di una malformazione congenita molto frequente in età pediatrica: la

stenosi del giunto pielo ureterale

.

L'operazione è stata effettuata, spiega Masieri, praticando "dei

piccoli fori sull'addome

nei quali sono state inserite cannule che veicolano gli strumenti chirurgici". "Abbiamo utilizzato invece l'ombelico - prosegue - per introdurre la cannula con l'ottica che ci consente un

ingrandimento di immagine in 3D

, dettagliatissima". Sempre in Toscana, a Siena, pochi mesi fa è stato realizzato il primo intervento alla tiroide con robot e senza cicatrici.

La

stenosi ureterale

che affliggeva il bambino colpisce quello che è il punto di passaggio tra la pelvi (nella quale si raccoglie l'urina prodotta dai reni) e l'uretere, il piccolo condotto che porta l'urina dentro alla vescica. Una condizione, insomma, che richiede una

precisione millimetrica

in ambito operatorio. "Il robot - spiegano i medici - permette una grande precisione in tutte le fasi dell'intervento,

in futuro lo utilizzeremo anche per bambini più piccoli

".

"Un salto nel futuro"

- L'operazione, viene spiegato in una nota diffusa dal Meyer, è stata "un salto nel futuro". Il tutto è stato reso possibile grazie al Centro interaziendale per lo sviluppo e l'innovazione in urologia pediatrica, nato in estate dall'accordo tra l'Università di Firenze, Meyer e Careggi "per condividere le conoscenze e le risorse tecnologiche, tra cui l'approccio robotico".