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Farmaci innovativi "fantasma": un medico su tre non può prescriverli

Dallʼindagine di Cittadinanzattiva emergono carenze nei centri abilitati alla prescrizione e ciò ricade sulla salute dei pazienti

Farmaci innovativi
ansa

L'indisponibilità dei farmaci innovativi e le carenze dei centri abilitati alla prescrizione ricadono sulla salute dei pazienti.

Un medico su tre dichiara di non aver potuto prescrivere un farmaco innovativo perché non disponibile nella struttura (36%) o perché deve seguire indicazioni amministrative o delle Commissioni regionali e aziendali sull'accesso al trattamento (34%). I dati emergono dall'indagine di Cittadinanzattiva che ha coinvolto 286 professionisti sanitari.

Ad incidere in particolare sono i tempi e i passaggi burocratici: dall'inserimento dei farmaci nel prontuario terapeutico regionale o aziendale alla prescrizione occorrono mediamente da uno a tre mesi (per circa il 40% dei professionisti). Dalla pubblicazione della delibera all'approvvigionamento, possono trascorrere dai 31 ai 120 giorni (per circa un terzo dei professionisti). Inoltre, i Centri abilitati alla prescrizione dei farmaci innovativi sono sottodimensionati, per oltre un professionista su due, per strumentazioni tecnologiche, personale e competenze.

Anche se in misura contenuta, esiste un problema di liste di attesa per i pazienti eleggibili al trattamento: lo conferma il 16% dei medici e il 25% dei farmacisti, principalmente a causa del mancato approvvigionamento dei farmaci, dei criteri di priorità di carattere clinico o sociale. Maggiori criticità nell'accesso si evidenziano per i cittadini provenienti da altre Regioni: il 16% dei medici e il 45% dei farmacisti riferiscono che per questi paziente l'accesso non è mai o raramente garantito.

Per gli stranieri l'accesso alle terapie innovative non è mai o è raramente garantito, come dichiara il 19% dei medici e il 29% dei farmacisti. Il 64% dei medici e l'85% dei farmacisti dichiarano che è presente nella Regione una Commissione terapeutica regionale, tuttavia due terzi dei medici non conoscono le tempistiche.