La Società italiana di diabetologia: "Non è più una malattia dei nonni". All'ospedale Meyer di Firenze in tre anni casi di tipo 2 (tipico negli adulti) sono raddoppiati nei bambini
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In Italia quasi quattro milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di diabete negli ultimi due anni, con una prevalenza in aumento e legata all'età. A segnalarlo in occasione della Giornata mondiale del diabete che si celebra il 14 novembre, sono i ricercatori dell'Istituto superiore di sanità. "La prevalenza del diabete cresce con l'età e nelle persone tra i 50 e i 69 anni sfiora il 9%. Si tratta di una delle principali sfide per la salute pubblica, su cui l'Istituto è fortemente impegnato, dall'epidemiologia alla prevenzione", spiega Rocco Bellantone, presidente dell’Iss.
Secondo la sorveglianza Passi dell'Iss (2023-2024), la prevalenza del diabete è più alta tra gli uomini (5,2%) rispetto alle donne (4,4%) e arriva fino al 16% tra chi ha basso livello di istruzione o difficoltà economiche. La malattia è più diffusa nel Sud (6%) rispetto al Nord (4%) ed è spesso associata ad altri fattori di rischio cardiovascolare: ipertensione (50%), ipercolesterolemia (40%), eccesso di peso (70%) e sedentarietà (48%). Solo il 36% dei pazienti ha controllato l'emoglobina glicata negli ultimi quattro mesi.
Anche nella Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità, il diabete rappresenta una sfida crescente per la salute pubblica. Si stima che circa 66 milioni di adulti (20-79 anni) convivano con il diabete, con una prevalenza media del 9,8%, e che circa un terzo delle persone affette non sia ancora diagnosticato.
"Una persona su dieci potrebbe sviluppare la malattia entro il 2045. Per questo è necessario rafforzare le politiche di prevenzione e la collaborazione internazionale. Per questo è necessario rafforzare le politiche di prevenzione e la collaborazione internazionale", ricordano gli esperti. Tuttavia, se il diabete di tipo 1 è conosciuto anche come "giovanile", per la sua età di insorgenza precoce, il diabete di tipo 2 pur crescendo con l'età "non è più una malattia dei nonni", come spiega Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia. "Almeno sette persone su dieci con diabete sono in età lavorativa. Anche se oggi l'aspettativa di vita di chi ha diabete ben controllato è simile a quella della popolazione generale, sul benessere, anche sul lavoro, c'è ancora molto da fare", prosegue.
Buzzetti, suggerisce inoltre l'urgenza di interventi mirati sottolineando anche come il diabete influisca sullo stato emotivo e mentale. "Secondo i dati della Federazione internazionale del diabete, tre persone su quattro presentano ansia o depressione correlate alla malattia e quattro su cinque riferiscono un 'burnout' da diabete. È necessario continuare a migliorare l'assistenza con farmaci e device innovativi; la Società italiana di diabetologia lavora per rendere le cure più accessibili e vicine ai pazienti", aggiunge Buzzetti. Accanto a questo, conclude, "bisogna sviluppare nuove soluzioni, rafforzare la prevenzione, formare gli operatori e informare il pubblico".
Il diabete è una malattia cronica che è caratterizzata da livelli elevati di glucosio (zucchero) nel sangue, una condizione nota come iperglicemia. È causata da un problema nella produzione o nell'efficacia dell'ormone insulina. L'iperglicemia non controllata causa danni a organi come cuore, reni, occhi e nervi. Il diabete di tipo 1 insorge prevalentemente in età infantile o giovanile. Questa forma è dovuta alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l'insulina (perciò è detto ''insulino-dipendente''). Tra i sintomi d'esordio, il fatto che il bambino urini spesso, beva più del solito, si svegli di notte per bere e urinare, riprenda a bagnare il letto, abbia più fame del solito ma dimagrisca, mostri stanchezza e meno energie. Tuttavia il diabete mellito di tipo 1, infatti inizia mesi, anni, prima della comparsa dei sintomi tipici dell'esordio della malattia.
Il tipo 2 è il più diffuso e colpisce invece soprattutto in età adulta. Il corpo di chi ne è affetto non utilizza l'insulina in modo efficace ("insulino-resistenza") o non ne produce abbastanza. Questa forma di diabete spesso non dà segni evidenti, ma può manifestarsi con: aumento della sete e della fame, stanchezza, aumento del bisogno di urinare, specie di notte, perdita di peso, vista annebbiata e ferite che non guariscono.
Dagli esperti degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) arriva l'allarme: si assiste a un aumento preoccupante anche del diabete di tipo 2, fino a qualche anno fa assente in età pediatrica. Attualmente la diabetologia dell'ospedale Meyer di Firenze segue 1400 pazienti da zero a 18 anni, dei quali circa 800 con diabete di tipo 1. Ma i pazienti con diabete di tipo 2, prima eccezionali, stanno aumentando e questo rappresenta "un'emergenza nell'emergenza", secondo gli specialisti del Meyer.
"I numeri di nuovi casi sono raddoppiati in soli tre anni, in conseguenza purtroppo degli stili di vita sempre più sedentari e della difficoltà a effettuare scelte alimentari sane e consapevoli. Attualmente al Meyer sono in cura 50 tra bambini e ragazzi con questa patologia", spiega il dottor Lorenzo Lenzi, responsabile facente funzione della Diabetologia dell'ospedale fiorentino.