La scoperta, che si deve a uno studio dell'Imperial College di Londra, può essere utile per trattare i disturbi del sonno e garantire più sicurezza al volante
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La transizione dalla veglia al sonno per il nostro cervello è tutt'altro che dolce: avviene in modo rapido, dopo un brusco cambiamento nell'attività elettrica dei neuroni che si verifica quattro minuti e mezzo prima dell'addormentamento vero e proprio.
Quel fatidico punto di svolta può essere riconosciuto nell'elettroencefalogramma e permette di prevedere con precisione quando inizierà il sonno: un'informazione utile per diagnosticare e trattare disturbi come l'insonnia e per sviluppare tecnologie che possano avvisare i conducenti in caso di sonnolenza al volante. Potrebbe perfino contribuire a monitorare meglio l'anestesia e fungere da indicatore della salute cerebrale, come dimostra uno studio dell'Imperial College di Londra pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.
Il lavoro si basa sugli elettroencefalogrammi notturni di oltre mille volontari. I dati raccolti, rielaborati matematicamente in un grafico, rappresentano l'attività cerebrale come una sorta di pallina che rotola lungo un pendio che diventa improvvisamente ripido. Grazie a questo modello, basta registrare l'attività cerebrale di una persona per una notte per poter poi prevedere i tempi del sonno nelle notti successive con una precisione del 95% e un margine di errore di appena 49 secondi.