Laura Minguzzi a Tgcom24: "Oggi il rischio è andare sulle medio-alte miopie, quindi dalle 6 diottrie a salire. Attenzione ai bambini che si piegano sul quaderno"
di Giorgia Argiolas© Istockphoto
Avanza una nuova pandemia. Si tratta della miopia, un problema in crescita a livello mondiale, che si stima, come riportato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, riguarderà circa il 50% della popolazione entro il 2050. L'allarme riguarda soprattutto i bambini perché, come spiega a Tgcom24 l'optometrista e contattologa Laura Minguzzi, "gli adulti non sviluppano più la miopia assiale. Indicativamente, il bulbo (la miopia è causata dalla crescita eccessiva dell'occhio, ndr) ha una crescita fino ai 25 anni". "Per prevenire la miopia, dobbiamo cambiare le abitudini dei bambini - dice Minguzzi -: devono trascorrere più tempo all'aperto. Capisco che nelle città sia più complesso, però fa bene sotto tanti aspetti: miopico, posturale e, perché no, dell'umore. Inoltre, è necessario limitare l'utilizzo dei dispositivi elettronici durante la giornata e, a mio avviso, non dare in mano ai piccolissimi - quindi bambini di 3, 4, 5 anni - un dispositivo elettronico".
Minguzzi, entro il 2050 la miopia potrebbe riguardare circa il 50% della popolazione. Può spiegare le cause di questo fenomeno?
"I dati indicati sono predittivi, ormai presenti in tutti i congressi sia di noi optometristi sia degli oculisti. Tenendo conto che non tutti possono accedere alle visite e che quelli di cui parliamo sono dati basati su una fascia di utenza che invece può accedervi, i numeri potrebbero essere addirittura superiori a quello che possiamo immaginare. Le cause della progressione miopica sono molteplici. Mentre un tempo il fattore predominante era sicuramente la familiarità, oggi l'allungamento del bulbo ha tanti fattori. Tra questi quello ambientale è dominante. Con fattore ambientale si intende l'ambiente in cui il bambino cresce: spesso si tratta di spazi chiusi, dall'attività scolastica alle palestre, dai corsi di canto al nuoto. I bambini che vivono in città sono più a rischio rispetto a coloro che vivono in realtà in cui la visione può spaziare. Pensiamo a coloro che vivono in montagna o al mare".
"Un altro fattore, sempre ambientale, sono i dispositivi elettronici. La luce blu di questi ultimi sembra essere uno dei fattori che contribuisce all'allungamento del bulbo, anche se studi biologici e clinici sono ancora in corso. Inoltre, l'uso dei dispositivi elettronici comporta un utilizzo della visione prossimale per tante ore. Noi optometristi abbiamo notato che i bambini hanno una posizione di lettura spesso inferiore ai 40 centimetri (che era uno standard sul quale venivano eseguiti i test da vicino). Quindi, hanno una postura molto ravvicinata e spesso inclinata. Di conseguenza, tutto ciò porta tutta un'altra serie di problematiche non solo legate all'occhio".
Quali?
"Il bambino miope che non vede bene si piega in continuazione verso il quaderno, oppure di lato, cercando di far dominare un occhio rispetto all'altro. Inoltre, mentre legge o gioca con un dispositivo elettronico, difficilmente è seduto e composto come se fosse sul banco di scuola. Tutto ciò causa quella che noi definiamo posizione anomala del capo, che ha una forte ripercussione sia sulla cervicale che su tutta la parte della schiena o addirittura delle gambe e dei piedi. Ci sono bambini che spesso e volentieri hanno una posizione di appoggio plantare non corretta. Due occhi che non lavorano in maniera congrua hanno spesso delle grandi ripercussioni su tutto il corpo".
All'80° Congresso della Società Italiana Pediatria, gli esperti hanno lanciato l'allarme sul fatto che la miopia insorge prima; già oggi "riguarda il 36% dei bambini tra i 5 e i 19 anni con un aumento del 50% negli ultimi 30 anni". Cosa si rischia con l'insorgenza precoce?
"Si rischia di arrivare nel processo evolutivo del bambino a miopie molto elevate in termini numerici. Un tempo si manifestavano in periodo adolescenziale o addirittura all'università. E solitamente mostravano valori molto contenuti in termini numerici, che noi definiamo diottrie. Oggi il rischio è andare sulle medio-alte miopie, quindi dalle 6 diottrie a salire. La conseguenza, che riguarda però più il campo oculistico, riguarda le patologie che potrebbero manifestarsi: maculopatie, distacchi retinici, cataratte precoci, glaucoma. I fattori predittivi sono assolutamente da tenere in osservazione. Oggi, l'accesso alla sanità pubblica è molto difficile, i tempi si sono fortemente allungati. Quindi, spesso le famiglie chiedono a noi optometristi una prima valutazione, noi la effettuiamo e, naturalmente, invitiamo, soprattutto laddove ci siano dei casi d'urgenza, ad andare dall'oculista. Noi eseguiamo una sorta di screening".
Il Covid e quello che ha comportato, pensiamo alla Dad, hanno avuto degli effetti sulla progressione miopica?
"Sì, c'è qualche dato. In una delle ultime conferenze tenute dal professor Paolo Nucci, oculista e strabologo, un grande luminare che si occupa proprio del rallentamento della progressione miopica, è stato fatto presente che dopo il Covid il numero dei bambini a cui è stata diagnosticata la miopia è fortemente aumentato. Ma il problema sono le miopie elevate: noi ci ritroviamo oggi bambini di 6-7 anni sempre di più con miopie di 7-8-9 diottrie".
Come gestire la miopia?
"Oggi, nel campo ottico, abbiamo a disposizione delle lenti oftalmiche a defocus periferico, cioè costruite con una geometria che ha dimostrato in questi anni - ormai gli studi, che non sono tantissimi ma neanche pochi, sono circa di otto anni - di causare un rallentamento importante del processo miopico. Per quanto riguarda le lenti a contatto, ce n'è una in particolare che lavora con la stessa geometria della lente oftalmica. Un'altra gestisce un attivatore, la tirosina, di un enzima a livello celebrale che sembra agisca sulla lunghezza del bulbo. Sono lenti a contatto presentate sul mercato nel 2020, quindi su di loro abbiamo cinque anni di studio, ed entrambe stanno dando buoni risultati sul rallentamento del processo miopico. I dati sono rassicuranti. Stiamo andando sulla strada giusta quantomeno per contenere la miopia. Poi è importante effettuare controlli regolari.
Quali i rischi se la miopia non si previene e si tratta?
Le patologie di cui parlavo.
Cosa si dovrebbe fare di più per prevenire?
"Un consiglio per tutti - non solo per noi optometristi ma anche per gli oculisti - è quello di cercare di andare nelle scuole. E quindi inviterei gli istituti ad aprire le loro porte e consentire a optometristi e oculisti di fare un primo screening visivo. I bambini vanno visitati, però eventuali screening consentono di accelerare laddove c'è bisogno."