SCHERMO DELLE MIE BRAME

Videogame amico o no? Dipende dall'età

I giochi virtuali salvano gli anziani dalla demenza ma fanno ingrassare i più piccoli

10 Ott 2013 - 16:34
 © Dal Web

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In base alla fascia d'età in cui vengono utilizzati, i videogiochi possono avere effetti nefasti o altamente vantaggiosi per la salute. Così dimostrano due studi focalizzati sugli effetti dei videogame. Mentre il loro uso massiccio da parte dei bambini ne causa obesità e sovrappeso, per gli anziani potrebbero rivelarsi utili a contrastare l'invecchiamento cerebrale.

"Giochi seri" per la terza età - Nelle persone anziane stimolano le funzioni cerebrali contro decadimento cognitivo, demenze, depressione. Lo afferma Egidio D'Angelo, direttore del Brain Connectivity Center dell'Istituto neurologico Casimiro Mondino di Pavia. Non si tratta, però, dei comuni videogiochi che stregano gli adolescenti, ma di "Serious Games" (SGs), cioé progettati per scopi diversi dal puro divertimento, in particolare per la valutazione e la riabilitazione da patologie psichiatriche e neuropsicologiche.

D'Angelo spiega: "Rappresentano strumenti nuovi ed efficaci per la gestione e il trattamento dei disturbi cognitivi negli anziani, nel cui ambito rappresentano una potenziale nuova tipologia di interazione col paziente, con scenari virtuali che simulano situazioni e ambienti di tipo familiare, in cui il paziente svolge attività simili a quelle quotidiane".

Per il neurobiologo pavese, "il training può essere divertente, focalizzato su specifiche funzioni cognitive (memoria, attenzione o capacità logico-esecutive) e altamente personalizzabile". La validazione del sistema è già stata avviata: mille persone tra i 50 e i 60 anni d'età sono in fase di valutazione per la diagnosi precoce di un lieve decadimento cognitivo. Soggetti con decadimento cognitivo confermato o demenza neurodegenerativa rappresenteranno il secondo gruppo di valutazione.

Ma "dati preliminari già suggeriscono - precisa l'esperto- che un training basato sui videogiochi è efficace nel ridurre il declino cognitivo e i sintomi depressivi nei pazienti con malattia di Alzheimer".

Chili in più per i ragazzi - Se un bambino è in sovrappeso, dipende più dal tempo che trascorre davanti a uno schermo, computer, tv o videogiochi che sia, piuttosto che dai suoi livelli di attività fisica. E' la conclusione di uno studio condotto dall'University of the Sunshine Coast in Australia So state analizzate le abitudini di 144 bambini di età fra 5 e 13 anni, con risultati sorprendenti.

Rachael Sharman, tra gli autori della ricerca, spiega: "La maggioranza dei bambini era ragionevolmente attivi e nell'insieme mantenevano livelli simili di attività fisica, che però non avevano una correlazione diretta con il loro peso. Tuttavia, quelli in sovrappeso trascorrevano un tempo significativamente maggiore seduti guardando la tv o impegnati in videogiochi, rispetto a chi rientrava nella gamma di peso normale''.

La ricerca, ha detto la studiosa, mostra quanto sia importante che i genitori limitino i tempi davanti a uno schermo: "E' necessario che i genitori impongano anche dei limiti al tempo davanti a uno schermo, per assicurare che i benefici dell'attività fisica non siano annullati dal troppo tempo sedentario".

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