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Alzheimer, uno studio: "Il Viagra potrebbe ridurne il rischio"

Secondo i ricercatori, la "pillola blu" diminuirebbe del 18% la probabilità di sviluppare la malattia. I promettenti risultati dovranno essere confermati in ulteriori studi da estendere anche alle donne 

Alzheimer, uno studio: "Il Viagra potrebbe ridurne il rischio" - foto 1
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Il Viagra potrebbe diminuire il rischio di Alzheimer negli uomini.

Lo sostiene un nuovo studio coordinato dall'University College di Londra e pubblicato sulla rivista "Neurology". Secondo i ricercatori, gli uomini ai quali sono stati prescritti rescritti farmaci per la disfunzione erettile come la "pillola blu" o il Cialis hanno il 18% di probabilità in meno di sviluppare questo tipo di malattia.

Alzheimer, uno studio: "Il Viagra potrebbe ridurne il rischio" - foto 2
Tgcom24

 

Lo studio britannico ha coinvolto quasi 270mila uomini ai quali era stata diagnosticata una disfunzione erettile, ma che non avevano problemi cognitivi. I ricercatori hanno confrontato il tasso di diagnosi di Alzheimer nei cinque anni successivi nei pazienti ai quali cui era stato prescritto il Viagra o un farmaco della stessa classe e in quelli ai quali non era stato prescritto. Dallo studio è emerso che il legame tra i farmaci e la riduzione del rischio di questa malattia era più forte tra coloro che avevano le prescrizioni più frequenti.

 

I possibili benefici dietro all'azione del Viagra

 Il Viagra appartiene a una classe di farmaci chiamati inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5. Questi medicinali rilassano i vasi sanguigni aumentando il flusso di sangue richiamato nel pene.

Secondo i ricercatori, l'effetto potrebbe estendersi anche al cervello, dove la migliorata circolazione potrebbe, ma è soltanto un'ipotesi, aiutare a smaltire l'accumulo di proteine il cui eccesso è tossico, come la beta-amiloide. La presenza di placche di questa proteina è strettamente legata all'Alzheimer, anche se non è chiaro se ne sia la causa. Inoltre, gli studiosi sostengono che alcuni studi passati condotti sugli animali hanno mostrato "possibili benefici neuroprotettivi" da questi farmaci.

 

 

Necessari ulteriori studi anche sulle donne

 "Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati, approfondire i potenziali benefici e i meccanismi di questi farmaci ed esaminare il dosaggio ottimale", ha dichiarato la dottoressa Ruth Brauer dell'University College.

I ricercatori suggeriscono che uno studio su entrambi i sessi potrebbe aiutare a confermare l'esistenza di un legame diretto tra l'assunzione dei farmaci e la riduzione del rischio di Alzheimer. 

 

Alzheimer, come funziona la malattia

 

Cos'è l'Alzheimer?

 L'Alzheimer rappresenta la forma più comune di demenza e colpisce circa 7,8 milioni di persone soltanto nell'Unione europea. I suoi sintomi caratteristici includono il declino delle funzioni di memoria e delle capacità di pensiero.

 

 

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