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"Chi ci curerà", il libro sul futuro della sanità pubblica | Il coautore Paolo Nucci a Tgcom24: "La politica deve salvare il nostro Ssn"

Abbiamo sviscerato gli argomenti del volume con il medico oculista e professore ordinario di Oftalmologia all'Università di Milano

"Chi ci curerà", il libro sul futuro della sanità pubblica | Il coautore Paolo Nucci a Tgcom24: "La politica deve salvare il nostro Ssn" - foto 1
Ufficio stampa

Medici e infermieri che fuggono verso il privato o all'estero, camici bianchi ormai introvabili negli ospedali e sul territorio, liste d'attesa infinite, disuguaglianze nell'accesso alle cure, poca prevenzione.

Sono solo alcuni dei mali che affliggono la nostra sanità dei quali tratta il volume "Chi ci curerà. Appunti sul futuro della sanità pubblica" (IlSole24Ore Publishing and Digital, 160 pp, 16,90 euro) di Paolo Nucci, medico oculista e professore ordinario di Oftalmologia presso l'Università degli Studi di Milano, e Rosanna Magnano, giornalista di Radio 24. I due autori hanno parlato di cosa fare per salvare il nostro sistema sanitario nazionale con alcune eccellenze della clinica e da questo dialogo è nata una piccola guida (ora in libreria). "La politica deve farsi carico dello stato in cui versa il nostro Ssn e curare la sanità", spiega a Tgcom24 il dottor Nucci, con il quale abbiamo sviscerato gli argomenti del libro.


Cosa non va nel nostro sistema sanitario nazionale?
Le cose che non vanno nel sistema sanitario sono tante: attese in pronto soccorso mai inferiori a 5 ore, posti letto irraggiungibili anche in caso di necessità, pochi medici disponibili per i settori più importanti e urgenti - mi vengono in mente quelli di medicina generale, d'emergenza, gli anestesisti, i chirurghi d'urgenza -, molti dottori in burnout, contenziosi in continua crescita e, a fronte di questo, profitti sempre più alti di chi si dedica alla sanità privata. Di conseguenza, chi tirava la cinghia prima, ora è nell'indigenza più drammatica e non accede più alle cure.

 

Cosa volete far emergere con questa guida? 
Il primo punto che abbiamo voluto segnalare nel libro è che la politica deve farsi carico dello stato in cui versa il nostro sistema sanitario nazionale, deve riconoscere lo scenario in cui ci troviamo, che è pericolosissimo. Se non si rende conto del disastro e del disagio che sta vivendo la sanità è grave. Bisogna capire che piccole iniezioni a pioggia, quindi non strutturali, non servono a nulla. È necessario affrontare e risolvere il problema. In particolare, sottolineo che le riforme che si fanno in quest'ambito non devono essere compromessi. La sanità non deve essere inserita nell'ambito di un negoziato politico.

"Chi ci curerà", il libro sul futuro della sanità pubblica | Il coautore Paolo Nucci a Tgcom24: "La politica deve salvare il nostro Ssn" - foto 2
Tgcom24

Un altro tema che abbiamo sviluppato nel libro è quello della sanità privata. Dobbiamo smettere di dire che il sistema pubblico è insostenibile e che quindi l'unica soluzione è pagare: non ci possiamo cullare nella delega al privato della sanità perché questo è un invito a nozze per gli investitori (e nessuno di loro è un benefattore). Il settore privato parassita di fatto quello pubblico: quest'ultimo forma i medici per poi farseli rubare sotto al naso perché li affama. È una politica folle. Chi fa la sanità? Il personale sanitario. Quindi, intanto, qualifichiamo meglio i nostri operatori: tuteliamoli economicamente, diamo loro pensioni più convenienti, benefit, buoni postali, buoni del tesoro. Insomma, diamo qualcosa a queste persone che vanno in trincea a combattere per noi. Perché si tratta veramente di eroi. Il personale è oro, non lo puoi perdere o dare come se fosse carta straccia, niente è più assodato e, infatti, una quantità enorme di gente va via dagli ospedali.

 

Un altro punto importante è quello delle risorse economiche. Dobbiamo smettere di dire che la sanità deve far quadrare i conti e men che meno dobbiamo pensare che in questo ambito si possano fare profitti. Lo scopo è curare al meglio la popolazione, non guadagnare. La priorità è che il paziente sia contento.

 

Come il Covid ha cambiato il nostro Ssn e cosa abbiamo imparato dall'esperienza della pandemia?

Il sistema sanitario è messo male. Abbiamo subito un tracollo che, in particolare negli ultimi 5-10 anni, è stato devastante. Il Covid, che certamente è stato drammatico, ha fatto il suo. Tuttavia, è importante dire che possiamo salvare il nostro Ssn. L'importante è che, come dicevo prima, si abbia la percezione del problema. La pandemia, inoltre, ha cambiato il sistema con la tragedia dei medici in televisione. Prima di questo, ho scritto un altro libro dal titolo "Iatrodemia. Vizi e virtù dei medici in TV", nel quale parlo del tema.

 

Come vede la medicina del futuro? Anche per quanto riguarda il ruolo che avrà il digitale.

Il digitale ha un senso nel momento in cui vogliamo fare una formazione che sia più ragionevole, se davvero mettiamo a disposizione digitalmente la cartella clinica a chiunque – al paziente, intanto, ma anche al medico – e se cominciamo a entrare nell'ordine delle idee che l'appuntamento con il dottore non può essere più quello di una volta, dove una persona entrava nello studio e parlava per mezz'ora. Ora, la visita viene fatta da tecnici, i tecnici riferiscono i dati al medico e quest'ultimo incontra poi il paziente per cinque minuti. È sicuramente più triste ma ormai il mondo va in quella direzione. Associato al medico è bene che ci sia uno psicologo, cioè qualcuno che poi al paziente dedichi quell'attenzione in più che gli serve in termini di empatia.

 

Insomma, rifacendomi al titolo del libro le chiedo: chi ci curerà e chi curerà il nostro sistema sanitario nazionale?

Chi deve curare il servizio sanitario nazionale sono, appunto, le scelte politiche e la politica. Invece, la risposta alla domanda "Chi ci curerà" è: non saranno solo i medici.

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