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Nel 1931 nasceva Moira Orfei: rivediamola vittima del suo autista a "Scherzi a Parte"

La regina dellʼarte circense non prende affatto bene la gag nei suoi confronti

 

Miranda – poi Mora, poi Moira – Orfei è nata il 21 dicembre 1931, figlia della funambola Violetta Arata e di Riccardo, celebre come clown Bigolon. Di origini sinti, la sua famiglia è legata al circo da alcune generazioni. La sua carriera ha inizio nel circo dello zio Orlando come cavallerizza, virtuosa del trapezio e acrobata.


Nello stesso ambiente incontra Walter Nones, con il quale si sposa nel 1961: fondano poi un loro circo, "Il circo di Moira Orfei", che con il tempo diventa uno dei più grandi d’Europa. È Dino de Laurentis, all’inizio degli anni '60, a suggerire a Moira quella che diventa la sua immagine universalmente riconosciuta: occhi incorniciati dall’eyeliner, rossetto brillante, un neo accentuato sopra il labbro, capelli raccolti a mo' di turbante.


Sono ben 47 i film nei quali lavora, fra cui "Il monaco di Monza con Totò" (1963), "Totò contro i quattro" (1963), "Straziami ma di baci saziami (1968), "Signore e Signori" (1965), "Totò e Cleopatra" (1963) e "Profumo di donna" (1974). Pur non avendo mai studiato recitazione, Moira porta con naturalezza il suo personaggio in scena ma il suo ingresso del cinema non è per dare il via a una carriera di attrice quanto per il desiderio di reinvestire la popolarità e i proventi ottenuti per favorire il suo circo.


Moira è stata l’unica star del circo in grado di reggere il confronto, in termini di popolarità, con le dive del cinema o della televisione, persino durante decenni difficili per l’arte circense. Il motivo si trova anche nel sapiente utilizzo del suo personaggio, un'attitudine naturale che si è rivelata una strategia comunicativa molto efficace.


Moira Orfei è stata rinvenuta senza vita il 15 novembre del 2015 nella sua casa mobile di Brescia dove si trovava con il suo circo. Per ricordare la regina dell'arte circense riproponiamo il momento in cui è stata vittima di "Scherzi a Parte" con la complicità del suo autista.

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