È uscito il nuovo, atteso libro di Annamaria Farricelli, poetessa raffinata e scrittrice pluripremiata: “IN UN SOFFIO D’AMORE”, per i tipi di We Edizioni. La Farricelli è riconosciuta unanimemente per il suo contributo alla letteratura e alla poesia. Le sue “creature” sono raccolte in sillogi, antologie, racconti, romanzi. “In un soffio d’amore” è un romanzo, ma anche saggio; un libro che abbraccia passato, presente e futuro, e che invita a riflettere sul valore della famiglia, della solidarietà e dei sentimenti in un mondo in continua evoluzione. Potremmo dire che traccia una storia generazionale e socio-antropologica, concentrandosi in particolare sulle esperienze della “Classe 1900” e delle successive “Nuove Generazioni” in Italia. Il focus del libro è sulla regione napoletana e il borgo di Scanzano, e tratta le vicende della famiglia Di Maio, attraversando gli orrori delle due guerre mondiali e i cambiamenti del dopoguerra, analizzando il contrasto tra i valori di resilienza dei Baby Boomers e il disagio e la dipendenza dalla tecnologia delle più recenti Generazioni.
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Nel volume lei affronta i contrasti tecnologici e il mondo digitale. Che considerazione fuoriescono?
Nel testo emergono profonde riflessioni sui contrasti tra il mondo umano e quello digitale. Il mio viaggio letterario cerca di mettere in luce come la tecnologia, pur avvicinando le persone virtualmente, spesso le allontana emotivamente. I rapporti si fanno più superficiali, governati da messaggi istantanei e relazioni digitali, svuotati del calore e dell'empatia che solo il contatto umano può dare. Cerco di contrapporre “il soffio d'amore” - simbolo di autenticità, sentimento e presenza reale - alla freddezza della comunicazione virtuale. È un invito a ritrovare la centralità dell'anima, dell'ascolto profondo e dell'umanità nelle relazioni. La tecnologia dovrebbe essere un mezzo e non un fine, altrimenti rischia di dominare l'individuo. Il libro si fa portavoce di un'esigenza di ritorno alla lentezza, all'intimità e all'essenza delle motivazioni vere. Vuole essere un grido poetico contro l'omologazione digitale e la perdita di sé.
Il trionfo del Click e la realtà Artificiale ( Gen. Z, Y, C): le Generazioni sono definite dalla totale immersione nella cultura digitale.
“In un Soffio d'Amore” cerca di analizzare criticamente l'impatto della cultura digitale sulle nuove Generazioni: Z, Y, C, immerse nel “trionfo del Click” e nella realtà artificiale. Ho cercato di osservare come queste generazioni vivano in un mondo dominato dalla tecnologia, dove l'identità viene costruita attraverso schemi, social network e immagini filtrate. La connessione costante ha sostituito il dialogo autentico, portando ad un progressivo smarrimento del contatto umano e dell'interiorità. È una denuncia della crescente dipendenza dall'apparenza e una perdita di profondità nei rapporti, in cui il valore dell'emozione viene spesso sacrificato alla velocità e all'efficienza digitale. Attraverso la mia scrittura poetica e riflessiva, invito a riscoprire l'amore come soffio vitale e reale, capace di restituire umanità a un mondo sempre più artificiale. Il libro vuole essere un richiamo alla consapevolezza, alla riscoperta dei sentimenti e alla difesa dell'autenticità nell'era digitale.
Dov'è ambientato il suo lavoro, a metà tra saggio e un racconto?
A Scanzano, un piccolo borgo ai confini di Castellammare di Stabia. È lo spunto per tracciare gli usi e i costumi dell'epoca per poi analizzare la (d)evoluzione umana. Può considerarsi uno spazio sospeso tra realtà e riflessione interiore, a metà tra mondo reale e quello digitale. L'ambientazione a Scanzano-Castellammare di Stabia non è tanto fisica quanto concettuale: si muove tra città moderne invase dalla tecnologia, schemi luminosi, silenzi virtuali e stanze interiori dell'anima dove l'amore cerca ancora di respirare. È un contesto simbolico in cui convivono la freddezza della comunicazione digitale e il calore dei sentimenti autentici, oppure luoghi di memoria dove riaffiorano emozioni perdute. È il luogo dell'anima, ma anche della società contemporanea che funge da specchio per le nuove generazioni. Così, tra saggio e racconto, l'ambientazione diventa un ponte tra ciò che siamo e ciò rischiamo di dimenticare.
Che famiglia è la Famiglia Di Maio protagonista del volume?
Rappresenta una famiglia contemporanea, immersa nelle contraddizioni del mondo digitale. È una famiglia apparentemente normale, ma segnata da una comunicazione sempre più mediata dalla tecnologia, dove il dialogo diretto viene spesso sostituito da schermi e silenzi. I membri sono emotivamente distanti, ciascuno chiuso nel suo mondo virtuale. Attraverso la loro storia ho cercato di mettere in luce la fragilità delle relazioni moderne, l'incomunicabilità tra genitori e figli, e la fatica di mantenere vivi gli affetti autentici in un contesto dominato da superficialità digitale. Tuttavia, la famiglia Di Maio non è solo simbolo di crisi, ma anche di possibilità: c'è ancora spazio per il recupero dei sentimenti, per l'ascolto e per un amore che, seppur flebile, resiste come un soffio. La loro vicenda diventa specchio delle tante famiglie di oggi, in bilico tra tecnologia e bisogno di umanità.