il telebestiario

Ma c’è davvero una guerra dei mondi tra giovani e vecchi?

Il Telebestiario di Francesco Specchia

20 Giu 2013 - 22:07
 © Ufficio stampa

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Un pomodoro. Tutto ha inizio da un pomodoro, figlio della fatica e della speranza, come il pomo del giardino delle Esperidi.
Si apre così, con un pomodoro di padre agricoltore che si smazza per la figlia choosy - «schizzinosa», direbbe la Fornero- la quale coi soldi del papi apre un bed & breakfast «così ho più tempo per inseguire i miei sogni».

Così s’accende la prima puntata di Guerra dei mondi (Raitre, venerdì prime time), talk show sullo scontro generazionale allegramente fomentato da David Parenzo, giovane a sua insaputa. Dopodichè, il dibattito si dipana sul tema del lavoro, all’interno di uno studio gilettiano da dove si schierano di qua gli anziani, «i garantiti» e di là i giovani, la generazione perduta, i «precari»; anche se, Massimo Cacciari, giudice super partes in collegamento, afferma che il termine «precario è osceno deriva da prex, indica chi deve pregare per lavorare».

Il dibattito è accessibile, intramezzato da buoni servizi (le storie di giovani italiani, baristi e ristoratori che ce l’hanno fatta. Ma a Londra) e qualche banalità ripresa da Grillo. Gli interventi sono discreti, le facce sempre le stesse: il pensionato Mughini e Cirino Pomicino, simbolo della Prima Repubblica (ospite feticcio di Parenzo); Carla Cantone, segretario dei pensionati Cgil che riesce -giustamente- a scazzarsi- con un «giovane» che, vinto The Apprentice su Sky ritiene Flavio Briatore un modello di vita; e Guido Martinetti, fondatore delle gelaterie Grom; e Mauro Corona senza libro da pubblicizzare.

E Ernesto Preatoni immobiliarista di Sharm -El Sheik, che incita i giovani ad andarsene dall’Italia e ne chiede i curricola in tv; e che provoca l’ira di Cacciari il quale, visibilmente annoiato da zaffate di retorica, si alza e se ne va. Ora, sin dai tempi di Arbore & Boncompagni aPer voi giovani,la categoria dei «giovani» in tv è scivolosissima. Parenzo lo sa, e s’aggrappa alla sua verve dinamitarda; anche se il suo meglio lo rende sbrigliato, da inviato. Migliore in studio: Emanuele Ferragina, docente precario ad Oxford che dice: «non c’è guerra tra vecchi e giovani ma fra privilegiati e non...». Questo è l’unico momento storico in cui i vecchi sono costretti a mantenere i giovani. L’idea qui è giusta, ma la tempistica sbagliata...

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