In un colloquio con Il Fatto Quotidiano, il premier sottolinea che la Lega "non è riuscita a smontare la relazione". Da qui il rinvio dei bandi
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L'analisi costi-benefici sulla Tav "ha retto allo stress test messo in atto da Matteo Salvini e dai suoi". Lo ha affermato il premier Giuseppe Conte, in un colloquio con Il Fatto Quotidiano. Se la relazione non avesse retto, "avrei detto sì a Salvini e no a Di Maio, anche se sapevo che avrei messo in grave difficoltà il M5s. Ma io ho l'obbligo di decidere ciò che è meglio per gli italiani, non per i 5 Stelle", ha aggiunto.
Parlando della decisione sul rinvio dei bandi per la linea Torino-Lione, il presidente del Consiglio ha dichiarato: "Abbiamo fatto una riunione tecnica e la Lega e i suoi tecnici non sono riusciti a smontare lo studio su costi e benefici. Far finta di nulla adesso sarebbe una presa in giro e io non sono un pagliaccio".
"Nessuna deviazioni per ragioni di parte" - Dopo la riunione di governo sulla Tav, Conte ha dunque detto ai presenti che nessuno poteva permettersi di dirgli che "l'analisi regge, ma la buttiamo nel cestino perché l'opera va fatta lo stesso senza discuterne. Ma come: abbiamo parlato per cinque mesi agli italiani dell' analisi costi-benefici e poi la cestiniamo?". E ancora: "Finché ci sarò io a Palazzo Chigi, non permetterò a nessuno di deviare le mie decisioni per ragioni di parte, ideologiche o affaristiche. E' l'unico metodo che può garantire i soldi e gli interessi dei cittadini italiani.
"Ho scritto a Francia e Ue, i dati sono chiari" - Il premier ha poi precisato: "Nessuna cordata imprenditoriale è venuta a farmi pressioni. Ma chiunque volesse sollecitarmi qualcosa deve sapere che verrebbe respinto con perdite". L'accordo con Telt sui bandi "mi ha molto soddisfatto. Telt conferma come si possano avviare le dichiarazioni di interesse senza far partire i bandi di gara per alcuni mesi, senza il rischio di penali o di altri oneri per lo Stato e senza perdere gli eventuali finanziamenti europei, che servirebbero solo se l'opera andasse avanti. Ora viene il difficile: convincere Francia e Commissione Ue delle nostre buone ragioni illustrate dall'analisi costi-benefici, che indica una perdita di 7-8 miliardi per tutti e tre, non solo per l'Italia".