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Speranza chiude lo sci fino al 5 marzo, l'ira delle Regioni | Lega: "Basta metodo Conte"

Monta la rabbia anche dei gestori degli impianti: "Ci sentiamo presi in giro". Zaia (Veneto): "La decisione arriva troppo tardi"

La decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha firmato un provvedimento che vieta ancora una volta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo, scatena l'ira delle Regioni. Attilio Fontana (Lombardia): "E' un colpo gravissimo al settore". Sotto accusa anche la modalità di comunicazione, proprio alla vigilia della riapertura. I gestori degli impianti: "Ci sentiamo presi in giro".

La Lega chiede "un cambio di squadra a livello tecnico, aldilà di Speranza", al dicastero della Salute. "Non si può - dicono i capigruppo leghisti, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari - continuare con il 'metodo Conte', annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza. Serve un cambio di passo e rispetto per la gente di montagna e per chi lavora, oltre a rimborsi veri e immediati". Ad insorgere sono anche i gestori degli impianti, insieme ai maestri di sci e a tutti gli operatori della montagna, che parlano di "stagione ormai saltata nonostante quanto investito per l'apertura" e chiedono ristori.

 

Ristori per la montagna Lo stesso Speranza promette che il settore sarà risarcito: il provvedimento, infatti, impegna "a compensare al più presto gli operatori con adeguati ristori". Gli stessi ministri leghisti Giorgetti e Garavaglia intervengono per rassicurare: "Non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più".

 

Regioni: "Allibiti" Sotto accusa è anche la comunicazione di questi provvedimenti. "Allibiti" i presidenti di Regione per il metodo e la tempistica dell'annuncio di chiusura. Il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha espresso "stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza". Il valdostano, Erik Lavevaz, aggiunge: "Una chiusura comunicata alle 19 della vigilia dell'apertura, prevista da settimane, dopo mesi di lavoro su protocolli, assunzioni, preparazione delle società, è sinceramente inconcepibile".  Per il friulano Fedriga "l'indecisione del Cts penalizza imprese e lavoratori". 

 

"E' una mazzata" Anche per Zaia (Veneto) "la decisione arriva troppo tardi". Il presidente della Liguria, dove alcuni ristoranti sono rimasti aperti in occasione di San Valentino nonostante l'entrata in vigore dell'ordinanza sulla fascia arancione, ha aggiunto: "La gente non può scoprire domenica sera che cosa potrà fare lunedì mattina, non è possibile che tutte le volte che l'Italia prende una decisione e la revoca a 24 ore di distanza". Stessi toni dal Coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni, Daniele D'Amario: "E' una mazzata".    

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