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Renzi: "Stop alla tassa sulla prima casa, ma nessun taglio per i Comuni"

Il premier ha spiegato che il governo darà "ai sindaci un assegno corrispondente al taglio dellʼImu e della Tasi"

matteo renzi, cernobbio
ansa

"Il 16 dicembre sarà l'ultimo giorno in cui si paga la tassa sulla prima casa". Lo ha assicurato Matteo Renzi aggiungendo che "daremo ai sindaci un assegno corrispondente al taglio dell'Imu e della Tasi". "Quello che togliamo ai Comuni - ha spiegato il premier - lo restituiamo paro-paro, non è che poi aumentano le tasse". "Dicono, state agevolando i ricchi. No. E' la prima casa che tornerà a essere esentata dalle tasse", ha poi concluso.

"Mi piace pensare che gli italiani al di là del governo stiano vedendo un Paese più solido più tranquillo e più giusto - ha quindi spiegato Renzi -. Io lo giudico un fatto di giustizia non pagare le tasse sulla prima casa dopo che magari uno per trent'anni ha pagato un mutuo. Dobbiamo dare un messaggio di tranquillità, ora possiamo finalmente ripartire".

"Nel 2017 penseremo a Ires e nel 2018 all'Irpef" - Renzi ha quindi confermato l'agenda del governo per il taglio alle tasse. "Nel 2014 abbiamo dato gli 80 euro, nel 2015 l'operazione su Irap e costo del lavoro, nel 2016 via Imu e Tasi e nel 2017 penseremo all'Ires e nel 2018 all'Irpef", ha infatti detto il premier a "Porta a Porta".

Immigrazione, "Italia non è invasa, ma servono soluzioni" - Renzi è quindi tornato sul tema immigrazione. "Dal mare sono arrivate 170mila persone l'anno scorso, che non sono rimaste tutte in Italia. Quest'anno siamo sugli stessi numeri: 116.131 mila a fine agosto. L'Italia non è invasa come dice qualcuno, ha una presenza ancora sopportabile, ma il punto è che non possiamo continuare così".

Pensioni, "flessibilità deve essere a costo zero per lo Stato" - Il premier ha quindi affrontato il problema della riforma delle pensioni. "Dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare in pensione un po' prima rinunciando a un po' di soldi possa farlo, il problema è quanto prima e quanti soldi. Spererei di farlo nelle prossime settimane e mesi". E proprio sui tempi della riforma delle pensioni, Renzi ha spiegato che il governo non è partito e poi si è fermato. "Non siamo nemmeno partiti per un principio di buon senso: negli ultimi anni in troppi hanno messo bocca e mano sulle pensioni ma si annuncia una cosa sulle pensioni solo quando siamo sicuri di farla".

Riforme, "entro il 15 ottobre si decide al Senato" - Quanto alle riforme Renzi non appare intenzionato ad alcun passo indietro. "Non entro nelle tecnicalità, dico che con le riforme dobbiamo fare un Paese più semplice. Punto. Entro il 15 ottobre si decide al Senato. E poi, dopo sei letture parlamentari, saranno gli italiani a decidere con un referendum sì o no. E poi dicono che non è un processo democratico, alla faccia...".