IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Meloni: "Era un referendum sulle opposizioni e hanno perso" | "Una sciocchezza il quesito sulla cittadinanza, non va cambiata"

"Ci hanno fatto spendere 400 milioni anche se già sapevano, come ha detto qualcuno, che il quorum non sarebbe stato raggiunto". E poi dice: "Io come Trump, coraggiosa, schietta e determinata"

12 Giu 2025 - 21:10

Il quesito sulla cittadinanza nell'ultimo referendum è stato una "sciocchezza". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, aggiungendo che "solo chi vive nei salotti eleganti e frequenta club esclusivi poteva pensarlo. E denota anche un certo provincialismo, perché molti oramai vivono più di cinque anni in un Paese e poi si trasferiscono altrove. Non mi sorprende che anche molti di sinistra abbiano bocciato il quesito, molti più di quanti immaginassi".

"Continuo a pensare che non serva cambiare la legge", ha proseguito il presidente del Consiglio alla festa per i 25 anni del quotidiano Libero. "Sono molto contenta di essere sulla stessa linea della stragrande maggioranza degli italiani, bisogna avere l'umiltà di tenere conto di quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani".

L'esito dei referendum, ha poi ribadito, è stato "chiaro", nonostante i tentativi "surreali di mascherarlo": la sinistra "ha perso" e non è stato affatto un "test sul governo" ma sulle stesse "opposizioni". Il premier ha attaccato i partiti che hanno promosso i quesiti su lavoro e cittadinanza e "ci hanno fatto spendere 400 milioni anche se già sapevano, come ha detto qualcuno, che il quorum non sarebbe stato raggiunto".

Meloni è rimasta collegata con la kermesse milanese per una ventina di minuti. Platea amica che non ha mancato, attraverso il fondatore Vittorio Feltri, di esprimerle il suo "innamoramento". "Sentimenti ricambiati", ha scherzato il presidente del Consiglio che, elencando i "risultati" economici del suo governo cita anche Silvio Berlusconi e quel "milione di posti di lavoro" che erano stati il suo cavallo di battaglia e che sono stati raggiunti "in questi due anni e mezzo di governo".

Nella breve intervista c'è il tempo per guardare anche di là dall'Atlantico alle schermaglie tra Donald Trump ed Elon Musk che, secondo Meloni, hanno smontato "un po' molte delle ricostruzioni che abbiamo sentito in questi mesi, che parlavano di un sodalizio tra la destra politica e il potere tecno-finanziario". Bene ha fatto il patron di Tesla a scusarsi con il presidente americano, e ancora meglio se tra i due ci fosse una ricomposizione.

D'altronde Trump "è coraggioso, schietto, determinato, difende i suoi interessi nazionali. Io mi considero coraggiosa, schietta e determinata e difendo gli interessi nazionali", ha elencato Meloni senza fare alcun riferimento alla situazione interna americana. Anzi, già dello scontro tra il tycoon e Musk si era premurata di precisare: "Intanto mi faccio bastare le dinamiche interne italiane" prima di "commentare quelle degli altri". Quanto a Usa e Ue l'obiettivo rimane quello di un "accordo sui dazi vantaggioso per entrambi".

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