Approvata in via definitiva la riforma dei reati contro gli animali: carcere, multe più alte e nuove misure di prevenzione. Stop ai cani alla catena e ai combattimenti
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Le pene per chi maltratta, abbandona o uccideCani alla catena, pellicce di gatto e altre novitàLa legge in sintesi
Il Senato ha dato il via libera definitivo alla legge che riforma i reati contro gli animali. Una stretta attesa da anni che prevede pene più severe per chi maltratta, abbandona o uccide animali. Con questa norma, promossa da Michela Vittoria Brambilla, l’Italia cambia approccio: gli animali non sono più solo oggetti di compassione, ma soggetti di diritto.
Il disegno di legge, a prima firma della deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, è stato approvato senza modifiche anche al Senato, diventando così definitivo. Il testo inasprisce in modo significativo le sanzioni penali e amministrative per i reati contro gli animali. Si tratta di un provvedimento atteso da oltre vent’anni, salutato in Aula da tutti i gruppi di maggioranza come un passo decisivo nella tutela giuridica degli animali.
Chi maltratta un animale potrà essere condannato fino a 2 anni di reclusione, senza possibilità di pene pecuniarie alternative. Nei casi più gravi, come l’uccisione dell’animale con sevizie o sofferenze prolungate, la pena potrà salire fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Le pene aumentano di un terzo se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali o se vengono diffusi online.
La riforma introduce un quadro sanzionatorio più duro anche per chi organizza o partecipa a combattimenti tra animali: fino a 4 anni di reclusione per gli organizzatori e multe che possono arrivare a 160.000 euro. Per chi partecipa “a qualsiasi titolo” sono previste pene fino a 2 anni. Le misure di prevenzione per chi organizza abitualmente questi eventi saranno equiparate a quelle previste per i reati di stampo mafioso.
Tra le novità più simboliche c’è il divieto nazionale di tenere i cani legati con catene: chi viola la norma rischia una multa fino a 5.000 euro. Viene vietato anche l’uso commerciale di pellicce di gatto domestico. Inoltre, le nuove norme vietano l’abbattimento degli animali coinvolti nei reati: questi dovranno essere custoditi fino al termine del processo.
Le associazioni per la protezione animale avranno più strumenti: potranno chiedere il riesame del sequestro per garantire il benessere degli animali e ottenere l’affido definitivo dietro cauzione. Inoltre, sarà creata una sezione dedicata nella banca dati delle forze dell’ordine per monitorare i reati contro gli animali. Il coordinamento tra le forze di polizia sarà rafforzato per contrastare in modo più efficace il fenomeno.
È introdotto l’articolo 544-septies, che prevede un aggravamento delle pene in tre casi precisi:
In pratica, l’uso della rete come cassa di risonanza del maltrattamento comporta una responsabilità penale maggiore.