Esulta Michela Vittoria Brambilla

Violenza sugli animali, c'è la legge: chi li maltratta rischia fino a 4 anni

Approvata in via definitiva la riforma dei reati contro gli animali: carcere, multe più alte e nuove misure di prevenzione. Stop ai cani alla catena e ai combattimenti

29 Mag 2025 - 16:37
 © Ansa

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Il Senato ha dato il via libera definitivo alla legge che riforma i reati contro gli animali. Una stretta attesa da anni che prevede pene più severe per chi maltratta, abbandona o uccide animali. Con questa norma, promossa da Michela Vittoria Brambilla, l’Italia cambia approccio: gli animali non sono più solo oggetti di compassione, ma soggetti di diritto.

Cosa prevede la nuova legge approvata in Senato

 Il disegno di legge, a prima firma della deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, è stato approvato senza modifiche anche al Senato, diventando così definitivo. Il testo inasprisce in modo significativo le sanzioni penali e amministrative per i reati contro gli animali. Si tratta di un provvedimento atteso da oltre vent’anni, salutato in Aula da tutti i gruppi di maggioranza come un passo decisivo nella tutela giuridica degli animali.

Le pene per chi maltratta, abbandona o uccide un animale

 Chi maltratta un animale potrà essere condannato fino a 2 anni di reclusione, senza possibilità di pene pecuniarie alternative. Nei casi più gravi, come l’uccisione dell’animale con sevizie o sofferenze prolungate, la pena potrà salire fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Le pene aumentano di un terzo se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali o se vengono diffusi online.

Combattimenti e traffici illeciti: sanzioni e carcere

 La riforma introduce un quadro sanzionatorio più duro anche per chi organizza o partecipa a combattimenti tra animali: fino a 4 anni di reclusione per gli organizzatori e multe che possono arrivare a 160.000 euro. Per chi partecipa “a qualsiasi titolo” sono previste pene fino a 2 anni. Le misure di prevenzione per chi organizza abitualmente questi eventi saranno equiparate a quelle previste per i reati di stampo mafioso.

Cani alla catena, pellicce di gatto e altre novità

 Tra le novità più simboliche c’è il divieto nazionale di tenere i cani legati con catene: chi viola la norma rischia una multa fino a 5.000 euro. Viene vietato anche l’uso commerciale di pellicce di gatto domestico. Inoltre, le nuove norme vietano l’abbattimento degli animali coinvolti nei reati: questi dovranno essere custoditi fino al termine del processo.

Il ruolo delle associazioni e le novità procedurali

 Le associazioni per la protezione animale avranno più strumenti: potranno chiedere il riesame del sequestro per garantire il benessere degli animali e ottenere l’affido definitivo dietro cauzione. Inoltre, sarà creata una sezione dedicata nella banca dati delle forze dell’ordine per monitorare i reati contro gli animali. Il coordinamento tra le forze di polizia sarà rafforzato per contrastare in modo più efficace il fenomeno.

La legge in sintesi

1. Cambia il titolo del capo dedicato: "Delitti contro gli animali"Il titolo IX-bis del codice penale viene rinominato, non si parlerà più di semplici “reati”, ma di “delitti contro gli animali”. Un cambiamento che non è solo formale: serve a sottolineare la gravità delle condotte previste, conferendo loro una dignità penale più forte.

2. Sanzioni molto più severe per chi sfrutta o maltratta animali

  • Spettacoli e manifestazioni vietate (art. 544-quater): chi organizza o partecipa a eventi che comportano sevizie o strazio per gli animali rischia ora multe molto più alte, da 15.000 a 30.000 euro, rispetto al precedente limite massimo di 15.000 euro.
  • Combattimenti tra animali (art. 544-quinquies): aumentano le pene detentive, con la reclusione portata da 1–3 anni a 2–4 anni. È punito non solo chi organizza, ma anche chi partecipa attivamente o favorisce i combattimenti, anche con semplici compiti logistici.
  • Uccisione di animali (art. 544-bis): viene introdotta una doppia soglia di pena. Chi uccide un animale senza necessità rischia da 6 mesi a 3 anni di carcere e una multa da 5.000 a 30.000 euro. Se l'uccisione è preceduta da sevizie o causa sofferenze prolungate, la reclusione sale a 1–4 anni e la multa a 10.000–60.000 euro.
  • Maltrattamenti (art. 544-ter): chi provoca sofferenze o lesioni a un animale può essere condannato fino a 2 anni di carcere, anche se le lesioni non sono gravi. La sanzione minima è di 6 mesi.
  • Danneggiamento o uccisione di animali altrui (art. 638): chi uccide più di tre animali raccolti in gregge o mandria, oppure animali bovini o equini anche se isolati, rischia da 1 a 4 anni di reclusione.
  • Detenzione incompatibile (art. 727): vengono aumentate anche le multe per chi tiene animali in condizioni non compatibili con la loro natura o in stato di grave sofferenza: da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 10.000 euro.

 

3. Arrivano nuove aggravanti specifiche

È introdotto l’articolo 544-septies, che prevede un aggravamento delle pene in tre casi precisi:

  • Se il reato è commesso alla presenza di minori;
  • Se il reato riguarda più di un animale;
  • Se l’autore diffonde immagini o video delle violenze tramite social, siti web o altri mezzi digitali.

In pratica, l’uso della rete come cassa di risonanza del maltrattamento comporta una responsabilità penale maggiore.

4. Più poteri alle associazioni e tutela per gli animali sequestrati

  • Viene riconosciuto un ruolo attivo alle associazioni animaliste (già individuate dall’art. 19-quater del codice penale) nella custodia e anche nell’affidamento definitivo degli animali sequestrati.
  • È introdotto l’articolo 260-bis del codice di procedura penale: l’autorità giudiziaria può affidare stabilmente gli animali a enti o associazioni, a condizione che queste versino una cauzione proporzionata per garantire le spese di mantenimento.

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