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Pd, Nicola Zingaretti: "Ricominciare da D'Alema? Sono buffonate"

Il presidente della Regione Lazio invoca unità e coesione allʼinterno del partito e precisa: "Non ho fatto accordi con nessuno"

Pd, Nicola Zingaretti:
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"Ricominciare da D'Alema? Queste sono buffonate e la cosa che a me dispiace molto è che mentre il governo gialloverde era in panne, l'Italia non aveva nessuno al timone e la destra sta dimostrando di non sapercela fare, ci sia il gruppo dirigente del Pd che perde tempo a dividerci tra di noi su cose totalmente prive di fondamento".

Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aggiungendo: "Io non ho fatto accordi con nessuno".

Ospite della trasmissione Agorà, Zingaretti ha commentato quanto pubblicato dall'ex ministro Carlo Calenda a proposito di un accordo tra Pd e Massimo D'Alema. Il candidato alla segreteria dem ha poi rivolto un appello ai suoi compagni di partito: "Voglio i democratici dalla Valle D'Aosta alla Sicilia uniti e solidali e dico meno sospetto e più rispetto".

"Cinque sconfitte in cinque anni, è ora di cambiare" - "Per essere credibile, il Pd deve riconquistare la fiducia di chi non lo vota più perché deluso. Per riconquistarla bisogna cambiare politiche, gruppo dirigente e facce. Perché se dopo cinque sconfitte in cinque anni ci riproponiamo agli elettori come se niente fosse, è evidente che non siamo credibili. Noi abbiamo bisogno di una forza che unisca due cose: cambiamento e unità, perché si usa troppo spesso la polemica per fare politica", ha sottolineato il governatore del Lazio.

"Martina rappresenta il vecchio gruppo dirigente perdente" - Zingaretti è dunque passato a parlare della situazione interna al Partito democratico. "Maurizio Martina è il vecchio gruppo dirigente, lo dice la storia, non lo dico io. Perché allora Paolo Gentiloni mi appoggia?". Chi non vorrei nel 'mio' Pd? Io non voglio demonizzare nessuno, ma è una cosa fisiologica. Angela Merkel dopo anni di governo e anni di sconfitte, una grandissima donna, ha accompagnato un gruppo dirigente a guardare il futuro".

"Anche il 2,9% del deficit, ma con politiche di sviluppo" - "Io avrei costruito un rapporto con l'Europa, arrivando pure al 2,9% se possibile, ma non sul debito e con politiche di sviluppo", ha proseguito il candidato alla segreteria del Pd. "La tragedia è che il governo a Bruxelles ha detto una cosa, a Roma ne ha fatta un'altra. Il problema è che hanno messo i soldi in più non su politiche di sviluppo. Hanno per tre mesi preso in giro gli italiani e gli europei".