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Open Arms, il Senato vota su Salvini | Il leader leghista: "Se vado a processo ci vado a testa alta"

Renzi annuncia il voto a favore dellʼautorizzazione a procedere: "Non si ferma lʼimmigrazione tenendo bloccato un barcone al largo"

migranti, open arms

"Andrò fino in fondo senza chiedere aiutini a nessuno. Noi alle idee contrapponiamo altre idee non tribunali politici, l'unico tribunale è quello del voto". Lo ha affermato Matteo Salvini nel corso del suo intervento in Senato in attesa del voto sul processo per il caso Open Arms. Il leader della Lega ha poi aggiunto che "il premier Conte era perfettamente complice di un reato che non esisteva".

L'attacco di Renzi - "Noi voteremo a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini". Lo ha affermato il leader di Iv Matteo Renzi in Aula al Senato. "Per me il preminente interesse pubblico in questa vicenda non c'è come non c'era nelle due vicende precedenti. Per me non c'è, posso discutere della politica e per me non blocchi l'immigrazione tenendo bloccato un barcone al largo, aumenti i follower su Twitter", ha aggiunto Renzi.

 

"Non c'è interesse pubblico" - "E diciamo che se ci fosse una richiesta di autorizzazione al processo per il senatore ex ministro dei Trasporti, voteremmo comunque a favore: non c'e' l'interesse pubblico preminente per Salvini, non c'è per Toninelli", ha ribadito il leader di Italia Viva. "Per bloccare l'immigrazione deve fare esattamente il contrario di quanto ha fatto il Conte I", ha ribadito Renzi.

 

Meloni: "Scandaloso" - "Processare Matteo Salvini per aver difeso i confini italiani ù dall'immigrazione illegale è semplicemente scandaloso. Fratelli d'Italia voterà compattamente, e convintamente, contro ù l'autorizzazione a procedere. La sinistra impari a battere i suoi ù avversari nelle urne, se ne è capace. Forza Matteo". Così h ascritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. 

 

La vicenda Open Arms - La vicenda risale all'epoca in cui Salvini era ministro dell'Interno del primo governo Conte, quello guidato dall'intesa Lega-M5s. Tra l'1 e il 20 agosto 2019, la nave spagnola Open Arms rimase per 19 giorni in attesa di un porto in cui sbarcare. Porto che l'Italia e Malta avevano negato. Quando poi la nave si avvicinò a Lampedusa entrando in acque italiane fu il pm di Agrigento Luigi Patronaggio a salire a bordo con due medici e a constatare una situazione sanitaria insostenibile. La nave fu sequestrata e i 160 migranti a bordo fatto sbarcare. Da lì partì la volontà del pm di indagare eventuali omissioni da parte dei pubblici ufficiali. 

 

Il precedente della Diciotti - Nel 2019 il Senato, tra cui il M5s, negò l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso della nave Diciotti (risalente all'estate 2018). La linea fu quella secondo cui la scelta di non far sbarcare oltre 170 migranti tratti in salvo dalla nave militare italiana per circa una settimana era stata una scelta politica governativa e, come tale, non sindacabile. In ogni caso, secondo quella linea, non si trattò dell'abuso di un ministro per ottenere un personale vantaggio politico.

 

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