Protocollo Italia-Albania: "Intesa impegna all'osservanza dei diritti dei migranti"
Ecco cosa prevede l'accordo, in vigore per 5 anni, siglato dai premier Meloni e Rama
L'intesa tra Italia e Albania per la realizzazione di due centri per la gestione dei migranti nel Paese delle aquile è siglata "in osservanza degli accordi internazionali nell'ambito della tutela dei diritti dell'uomo e, in particolare, nell'ambito della migrazione".
E' quanto si legge nel protocollo firmato lunedì dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L'intesa è stata comunicata alla Commissione Ue.
I due Stati ritengono "necessario intensificare la collaborazione nell'ambito della gestione dei flussi migratori, anche in considerazione della vicinanza geografica e della comunanza di interessi e di aspirazioni" e si dicono "certi delle azioni da intraprendere per la prevenzione dei flussi migratori illeciti e della tratta degli esseri umani e, nel contempo, per garantire la tutela dei diritti dell'uomo".
Protocollo Italia-Albania in vigore per 5 anni
Il protocollo è un documento di 9 pagine, 14 articoli in tutto, che resterà in vigore "per 5 anni", rinnovabili di altri 5 "salvo che una delle parti avvisi entro 6 mesi dalla scadenza" l'intenzione di non rinnovarlo. L'Italia si impegna a restituire "le aree" dedicate ai centri per i migranti a chiusura del protocollo.
Nei centri sarà assicurata l'assistenza legale
Nei centri per i migranti previsti dal protocollo il diritto di difesa è assicurato consentendo l'accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea ed albanese. Lo si legge nell'intesa, dove è previsto che i migranti potranno restare non oltre il periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana. Secondo il protocollo, a fine procedure le autorità di Roma provvedono all'allontanamento, con spese a carico dell'Italia.
Nei centri giurisdizione italiana e costi a carico di Roma
Nel protocollo si spiega inoltre che le strutture per "le procedure di frontiera o di rimpatrio" dei migranti in territorio albanese saranno "gestite dalla competente autorità della parte italiana secondo la pertinente normativa italiana ed europea" e anche le controversie che possono insorgere con i migranti accolti "sono sottoposte esclusivamente alla giurisdizione italiana". Nel documento si precisa che anche tutti i costi di costruzione e gestione delle strutture, il trasferimento de migranti, l'erogazione di servizi sanitari, saranno "totalmente a carico della parte italiana".
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