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Il retroscena al Cdm, Salvini tenta lo strappo col governo ma Draghi tira dritto: "Nessun rinvio alla riforma fiscale"

Il Carroccio chiedeva un rinvio "politico" ma il premier non ha voluto rimettere in discussione una riforma già approvata in cabina di regia

La riforma del Fisco, ecco cosa succederà nei prossimi anni

Non c'è tempo da perdere, il cronoprogramma del governo per raggiungere tutti gli obiettivi fissati nel Pnrr è molto serrato. Ed è per questo che nel momento in cui la Lega ha annunciato a Mario Draghi la loro richiesta di ulteriore tempo per analizzare la riforma del fisco portata al Cdm, il premier ha sostanzialmente detto "no". Quella riforma era stata ampiamente discussa in cabina di regia ed è per questo che Draghi ha alzato un muro.

A riferire il retroscena di quanto accaduto in quei concitati minuti è il Corriere della Sera. Secondo quanto riportato dal quotidiano milanese, il ministro leghista Massimo Garavaglia ha chiesto a Draghi un breve colloquio per comunicargli la richiesta di "tempo". La Lega all'indomani della tornata elettorale amministrativa chiedeva di posticipare il voto del provvedimento fiscale. Ma Draghi ha solo proposto i "venti minuti prima del cdm per analizzarlo". E questo perché quel provvedimento era stato ampiamente discusso (e approvato) nella cabina di regia politica.

 

 

Ecco perché il presidente del consiglio non ha accettato la richiesta leghista. E con grande pragmatismo è andato avanti, nonostante la Lega avesse annunciato la diserzione di quel cdm. "Lo spiegherà Salvini il perché dell'assenza della Lega", ha detto Draghi prima a Garavaglia e poi in conferenza stampa. Salvini ha poi parlato di "metodo sbagliato", di aver avuto "poco tempo a disposizione per valutare una riforma che tocca le tasche degli italiani". Motivazioni politiche a cui però Draghi, con il suo pragmatismo, non può rispondere. Ci sono i tempi stretti dettati dall'Europa.

 

 

Il Pd prova ad accendere le polveri - In Cdm Draghi "prende atto" dell'assenza della Lega e chiude il caso. O meglio ci prova perché il ministro dem Orlando prende la parola e parla di un "fatto grave e non secondario", riferendosi ovviamente all'assenza del Carroccio. Intervengono anche i renziani, con il ministro Bonetti, e la forzista Gelmini che invita a non dare "un'idea di governo diviso", c'è molto da fare. E Draghi? Tira dritto, ascolta, non replica e fa votare il provvedimento che passa all'unanimità. E infine il ringraziamento a tutti i ministri presenti "per il passaggio importante di una riforma che abilita il Pnrr".

 

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