QUESTION TIME ALLA CAMERA

Crosetto: "Strade sicure, i soldati facciano i soldati" | E sulla guerra ibrida: "Una difesa cyber per rispondere alle minacce"

Il ministro della Difesa: "L'approccio attendista non basta più, serve un atteggiamento diverso, più proattivo, per agire con tempestività e legittimità"

12 Nov 2025 - 16:37
 © Ansa

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Una nuova architettura per rispondere alla guerra ibrida: è l'auspicio del ministro della Difesa Guido Crosetto, che durante il Question Time alla Camera ha delineato il suo progetto per fermare le nuove minacce tecnologiche. Inoltre, nel quadro del progetto di "ridisegnare" la difesa, in merito all'operazione Strade sicure ha detto: "I militari impegnati nel progetto devono tornare in prospettiva a fare il loro lavoro".

"Strade sicure, i soldati facciano i soldati"

 "E' necessario - ha chiarito - che i militari impiegati in Strade sicure possano con calma, nel tempo, concordandolo con gli altri ministeri, tornare in prospettiva a fare il loro lavoro, oggi più che mai indispensabile. Proprio nella convinzione condivisa che il presidio nelle strade delle stazioni sia sempre più utile e importante, dovremmo pensare di dedicare a questa funzione professionisti dedicati, specificamente formati, in aggiunta all'attuale forza di polizia. Si tratta di rendere più efficiente un sistema in cui i soldati fanno i soldati e le forze di pubblica sicurezza esattamente quello per cui sono addestrate, portandole ai numeri necessari, ad esempio prevedendo di introdurre la figura del carabiniere ausiliario della riserva volontaria". 

"Difesa cyber e contrasto alle minacce"

 Ancora sulla guerra ibrida, Crosetto ha affermato che bisogna creare una realtà in grado di provvedere alla difesa cibernetica, con un centro di comando capace di contrastare le minacce cognitive e informative che colpiscono il Paese. "La guerra ibrida - ha spiegato - ci colpisce ogni giorno. L'approccio attendista non basta più".

Guerra ibrida e servizi essenziali

 Il ministro ha quindi chiarito che "la guerra ibrida prende di mira infrastrutture critiche, servizi essenziali, industrie strategiche, reti di comunicazione e istituzioni democratiche, minando la fiducia dei cittadini e la stabilità stessa del Paese". E, riferendosi alle "reazioni tardive" su cui finora ci si è basati, ha sottolineato la necessità di cambiare.

"Atteggiamento proattivo"

 Ha quindi spiegato che l'obiettivo è passare a una postura "più proattiva", in grado di agire "con tempestività e legittimità", grazie a strumenti normativi aggiornati e a una capacità di azione "predittiva e adattiva". In questo quadro, il ministro ha elaborato un non-paper, un documento di lavoro che sarà trasmesso al Parlamento, con le direttrici normative e operative per rendere più moderna e pronta la risposta nazionale alle minacce ibride.

"Costituire una vera e propria arma cyber"

 Il documento, ha sottolineato Crosetto, "prevede il riconoscimento del dominio cyber come spazio di difesa nazionale e la costituzione di una vera e propria 'arma cyber', con una capacità iniziale stimata tra le 1.200 e le 1.500 unità operative, dotate di adeguata tutela giuridica per il personale civile e militare". E' inoltre prevista la creazione di un centro di guerra ibrida, dedicato al contrasto della disinformazione e della manipolazione cognitiva, oltre all'aggiornamento del quadro normativo per consentire risposte più rapide e coerenti con i nuovi scenari.

Un'arma cyber con 1.500 unità

 In prospettiva, ha quindi continuato Crosetto, "presenteremo un disegno di legge per il riordino complessivo della Difesa, per dare attuazione a queste linee. Constato con soddisfazione che finalmente se ne inizia a parlare anche ai tavoli europei, dove finora il tema era assente. La vera domanda oggi non è più cosa dobbiamo fare, ma quanto rapidamente saremo capaci di farlo insieme ai nostri alleati".  Nell'ottica del riordino della Difesa, ha quindi puntualizzato che "la costituzione di un'arma cyber dovrà avere una capacità iniziale di 1.200-1.500 unità operative". 

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