Giustizia e Italia, l'Ue preoccupata: pochi giudici e sistema tra i più lenti
Il commissario Reynders commenta i dati dell'ultimo rapporto Ue: "Gli impegni presi nel Pnrr vanno nella direzione giusta. Monitoreremo". Oggi la riforma del processo penale in Cdm, M5s verso l'astensione
La Commissione Ue è "preoccupata" per la situazione della Giustizia in Italia e in particolare segnala che "il numero dei giudici resta uno dei più bassi dell'Unione". Lo dice il commissario alla Giustizia Didier Reynders commentando la relazione Ue sull'Italia, in cui si conferma la lentezza del nostro sistema giudiziario. I dati del rapporto evidenziano scarsi progressi e tempi di attesa tra i più lunghi d'Europa.
"Aumentare i numeri dei giudici" - Sulla situazione dei magistrati, Reynders segnala: "Ho letto della possibilità di dividere le carriere tra giudici e procuratori, ma occorre aumentare i numeri e quindi magari mantenere la possibilità di muoversi da una carriera a un'altra" regolamentando.
Oggi la riforma attesa in Cdm - Una valutazione, quella di Bruxelles, che arriva nel giorno in cui il Consiglio dei ministri è chiamato a fare il punto sulla riforma del processo penale del ministro della Giustizia Marta Cartabia.
M5s verso l'astensione - Secondo quanto si apprende da fonti di governo dei pentastellati, il Movimento 5 stelle intende astenersi sul testo della riforma.
Letta: la riforma un obiettivo non più rinviabile - Enrico Letta scrive su Twitter: "E' ora l'occasione per riformare la giustizia in Italia, dopo decenni di blocchi e di scontro politico. Competenza e terzietà del ministro Cartabia sono una garanzia per tutti. Si tratta di un obiettivo non più rinviabile".
Tempi lunghissimi per le cause - I dati della relazione Ue, riferiti al 2019, mostrano l'Italia tra i fanalini di coda: secondo le tabelle si stima siano necessario 400 giorni per la soluzione di cause civili, commerciali, amministrative e di altro tipo, in primo grado. Ma il dato puro sulle controversie civili e commerciali in primo grado ci vede penultimi con oltre 500 giorni per la prima sentenza, e ultimi in Ue per le decisioni di terzo grado, con oltre 1.300 giorni.
"Bene gli impegni del Pnrr, monitoreremo" - Reynders valuta positivamente gli impegni presi nel Pnrr italiano, in cui "ci sono riforme e investimenti che vanno nella direzione indicata dalla Commissione in tema di Giustizia. Monitoreremo l'evoluzione, perché c'è un impegno a ridurre la durata dei procedimenti civili del 40% e del 25% di quelli penali, in cinque anni. Questo avrà un impatto positivo sull'economia e forse per attrarre investimenti stranieri, ma dobbiamo vedere che tipo di evoluzioni".
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