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Extraprofitti delle banche, le reazioni dopo il provvedimento del governo | Borsa, bruciati quasi 9 miliardi

Economia, finanza e politica si interrogano su benefici e conseguenze. Crollo dei titoli a Piazza Affari. Le proiezioni stimano un incasso per il governo di quasi tre miliardi di euro

Dopo la decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche, economia, finanza e politica si interrogano su benefici e conseguenze.

Maggioranza e opposizione sembrano tutte concordi sulla bontà della misura adottata, mentre i mercati sembrano non gradire, con un'ondata di ribassi che colpiscono i titoli del settore. Piazza Affari apre in rosso e brucia nelle prime ore di seduta 10 miliardi. "Non è una misura contro le banche - rassicura Antonio Tajani - ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficolà per il pagamento dei mutui".

 

Extraprofitti delle banche: di cosa si tratta?

Nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, infatti, è stato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini a spiegare la decisione di approvare un prelievo sugli extraprofitti della banche, che verrà utilizzato per sostenere le famiglie per il pagamento dei mutui per la prima casa e per il taglio delle tasse. Le proiezioni stimano un incasso di quasi 3 miliardi. Il prelievo del 40% sugli extraprofitti delle banche scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 "eccede per almeno il 5%" il valore dell'esercizio 2021. Percentuale che sale ad "almeno il 10%" confrontando il 2023 col 2021.

 

Salvini: "Un provvedimento di equità"

 In questo modo il governo Meloni punta a recuperare alcune risorse in vista della legge di Bilancio, che si presenta in salita per i vincoli dei conti pubblici e anche per il rallentamento dell'economia. "L'innalzamento dei tassi della Bce - spiega Salvini - ha portato a un innalzamento del costo del denaro per famiglie e imprese. Non c'è stato un altrettanto solerte, veloce e importante aumento per i consumatori e i correntisti. Quindi in questo gap si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extraprofitti multimiliardari delle banche. Non stiamo parlando di qualche manciata di milioni ma si possono ipotizzare alcuni miliardi. È un provvedimento di equità", dichiara il ministro.

 

 

Mef: "Su extraprofitti c'è tetto massimo, norma per stabilità delle banche"

  "La misura proposta dal ministro dell'Economia e delle Finanze, condivisa e approvata dal Cdm nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari", sottolinea il Mef in una nota. "Al tempo stesso - si precisa - la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell'attivo".

 

"Poco impatto per gli istituti che hanno adeguato i tassi sulla raccolta"

 Il Mef chiarisce poi che "gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta, così come raccomandato il 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell'assembla Abi il 5 luglio, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata in Cdm".

 

Piazza Affari, bruciati quasi 9 miliardi

Il giorno dopo il Cdm Piazza Affari ha aperto la seduta in negativo, con il crollo dei titoli delle banche proprio dopo l'annuncio dell'introduzione della tassa. A fine giornata il settore del credito ha bruciato 8,96 miliardi di euro. Il listino di Milano ha perso il 2,12% a 27.942 punti, mandando in fumo 27,71 miliardi, di cui quasi un terzo a causa del crollo dei titoli bancari. Bper ha perso il 10,94% a 2,53 euro, Mps il 10,83% a 2,47 euro, Fineco il 9,91% 12,22 euro, Banco Bpm il 9,09% a 4 euro, Intesa l'8,67% a 2,33 euro, Mediolanum il 5,96% a 7,91 euro e UniCredit il 5,94% a 21,28 euro. Più caute Banca Generali (-3,14% a 32,1 euro), Mediobanca (-2,48% a 11,59 euro) e Banca Sistema (-1,55% a 1,14 euro), che prevede un effetto "quasi nullo" della tassa. 

 

 

Tajani: "Un aiuto per le famiglie" - Se Salvini l'ha definita una "norma di buonsenso" per "aiutare famiglie e imprese colpite dall'aumento dei tassi", anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce la bontà della misura. "La tassa sugli extraprofitti delle banche è la risposta del governo all'aumento dei tassi della Banca centrale europea. Non si tratta di una misura contro le banche, ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui", aggiunge.

 

L'applauso di Conte e del M5s - La norma trova il consenso anche di Giuseppe Conte. "Da marzo il Movimento 5 stelle chiede un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caromutui. Il governo sembra accogliere la nostra proposta di una tassa sugli extraprofitti bancari, meglio tardi che mai", commenta l'ex premier e leader del M5s. 

 

Cisl: "Decisione giusta" - Un parere cautamente positivo lo esprimono anche i sindacati. "E' giusto aver deciso di tassare gli extraprofitti delle banche, intervento sollecitato da tempo dalla Cisl, che va allargato alle altre multinazionali (energia, digitale, logistica) per recuperare risorse da impegnare ad alzare salari, retribuzioni, pensioni e a ridurre il peso delle tasse ai lavoratori, pensionati e sostenere le famiglie sui mutui per le prime case", sottolinea il sindacato in una nota. 

 

I guadagni delle banche "senza muovere un dito" - Con i tassi a zero sui conti correnti - e grazie all'aumento del costo del denaro - le banche italiane incassano, senza muovere un dito, più di 25 miliardi di euro l'anno, il 76% in più di un anno fa ovvero extra ricavi pari a oltre 11 miliardi. E' quello che fa notare il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, che aggiunge: "Questo comportamento giustifica l'intervento del governo con la tassa sugli extra profitti delle banche. La misura dell'esecutivo prende di mira proprio il differenziale che è il frutto delle politiche commerciali degli istituti di credito del Paese che approfittano, traendone un rilevante vantaggio, dell'aumento del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea, riconoscendo pochissimo, invece in termini di remunerazione, alla loro clientela". 

 

 

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