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Levi si dimette da commissario per la Buchmesse 2024

"Decisione presa perché in gioco la mia correttezza nell'esercizio di funzioni di governo" precisa il commissario straordinario uscente

Levi si dimette da commissario per la Buchmesse 2024 - foto 1
Tgcom24

Dopo la vicenda legata alla presenza del fisico Carlo Rovelli alla Buchmesse 2024, è un articolo di Libero (che parla del legame del figlio con la società di Bruxelles che ha vinto la gara per la gestione della comunicazione della missione italiana alla fiera di Francoforte) a travolgere definitivamente Ricardo Franco Levi nel suo ruolo di commissario straordinario del governo per il coordinamento delle attività connesse alla partecipazione dell'Italia, quale Paese ospite d'onore, alla Fiera del libro e a portarlo alle dimissioni.

 

Le dimissioni

 "Non posso che confermare che ho rimesso nelle mani del ministro il mio mandato come commissario straordinario", dice Levi. "Questa decisione l'ho presa perché era in gioco la mia correttezza nell'esercizio di funzioni di governo", ha aggiunto.

 

Sangiuliano: "Serve discontinuità"

 Il ministro Sangiuliano, ricevuta la lettera, da parte sua spiega: "Preciso di non essere il soggetto istituzionalmente abilitato ad accettare tali dimissioni, pur condividendo la necessità di dare discontinuità a questo incarico dopo le recenti polemiche. Informerò il governo per concordare eventualmente la nomina di un nuovo commissario. Ringrazio il dottor Levi per la sensibilità dimostrata e il lavoro svolto finora". Ma sarà lo stesso Levi a dire poco dopo: "Oggi pomeriggio ho ricevuto una telefonata personale che ho apprezzato molto, dal ministro Sangiuliano, che mi ha comunicato la sua decisione di voler accettare le mie dimissioni in un'ottica e nel perseguimento di una discontinuità".

 

 

Commissario dal 2022

 La nomina di Levi, poi firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella fu varata il 10 marzo 2022 dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e vista la comunicazione del ministro della Cultura Dario Franceschini. "Il 2024 - sottolineò Levi in quella occasione - dovrà essere per l'Italia un'Expo della cultura e della creatività che permetta al Paese di farsi conoscere ancora meglio in tutto il mondo, non solo in Germania. Siamo già al lavoro: metteremo il libro italiano al centro, ma è un evento che dovrà riguardare non solo l'editoria, bensì tutta l'industria culturale", disse allora Levi che è anche presidente dell'Aie, l'Associazione degli editori italiani.

 

Buchmesse 2024 e il caso Rovelli

 Un lavoro portato avanti fino alla polemica esplosa il 12 maggio, quando il fisico Carlo Rovelli fa sapere di aver ricevuto una lettera del commissario. "L'Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, ma siccome ho osato criticare il ministro della Difesa, il mio intervento è stato cancellato", denuncia Rovelli che nel suo intervento sul palco del concertone del primo maggio a Roma aveva parlato di una possibile escalation nella guerra in Ucraina attaccando, pur senza nominarlo, il ministro Guido Crosetto. In quell'occasione Sangiuliano disse di aver appreso dagli organi di stampa la notizia la cancellazione della partecipazione del fisico alla fiera: "In generale, avendo subito censure, sono contrario a infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri in omaggio al pluralismo". Il caso poi, dopo le tante polemiche e la marcia indietro del commissario, si è definitivamente chiuso al Salone del Libro di Torino quando Levi lo ha archiviato, ammettendo di aver commesso "un errore".

 

 

L'articolo "Il guru di Prodi inguaiato dal figlio" su Libero

 Dalle pagine di Libero si è aperto un nuovo fronte di polemica che ha evidentemente portato Levi a scrivere le sue dimissioni inviate a Sangiuliano. "Il guru di Prodi inguaiato dal figlio", titola il quotidiano in prima pagina, riportando che "a vincere la gara per la comunicazione della missione italiana della Buchmesse (nel dettaglio la realizzazione del motto, del logo e del messaggio che accompagna la delegazione) è stata la IFC Next, nota società con base a Bruxelles. Primo problema: perché l'Italia è andata a pescare un'azienda in Belgio e non tanto per fare un esempio, in Italia? E poi c'è il fatto che nella Ifc lavora un altro Levi, Alberto, che in effetti è anche il figlio del commissario". In merito alla vicenda riportata da Libero, "non aggiungo nulla - taglia corto Levi - tutto si è svolto nell'assoluta trasparenza e correttezza".

 

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