Allo studio anche nuove misure per le famiglie, a partire da un nuovo intervento sulle detrazioni con il quoziente familiare
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Il Consiglio dei ministri ha approvato il Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica, che sostituisce la Nadef (la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanze) e contiene l'aggiornamento del quadro macroeconomico. Il governo ha fissato i margini per le prossime misure economiche: deficit al 3% già quest'anno, Pil allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026, con un potenziale effetto espansivo di un decimale derivante dalla Manovra. Nella legge di Bilancio, la quarta dell'esecutivo Meloni, ci saranno alcune priorità: fisco, famiglie, lavoro e spese per la Difesa.
Ammontano a circa 12 miliardi di euro le spese per la Difesa che il governo pronostica di impegnare nel Dpfp, sempre che l'Italia possa uscire dalla procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo. Partendo dall'ammontare del Pil italiano nel 2024, lo 0,15% di spesa previsto l'anno prossimo è pari a circa 3,3 miliardi. Nel 2027 si salirebbe poi allo 0,3% del Pil inglobando - secondo quanto viene spiegato - lo 0,15% già stanziato nel 2025 e arrivando così a 6-7 miliardi complessivi. Nel 2028 si passerebbe quindi allo 0,5% totale, pari a circa 12 miliardi in tre anni.
Il testo, illustrato in Consiglio dei ministri, verrà poi inviato a Bruxelles e alle Camere, che hanno già calendarizzato l'esame in Aula per il 9 ottobre. La crescita viene leggermente rivista al ribasso rispetto alle stime di sei mesi fa del Documento di finanza pubblica (Dfp), che fissavano l'asticella del Pil al +0,6% quest'anno e al +0,8% il prossimo. Il segnale positivo arriva dall'indebitamento: grazie al buon andamento della spesa primaria netta, il deficit che ad aprile veniva stimato al 3,3% è ora proiettato sul 3%, agganciando una soglia cruciale per poter sperare nell'uscita dalla procedura per deficit eccessivo avviata nel luglio 2024 con un anno d'anticipo (il Dfp immaginava la discesa sotto il 3% solo nel 2026, con un deficit al 2,8%).
La priorità da cui si parte è il taglio dell'Irpef, che interesserà quest'anno il ceto medio, con una riduzione di due punto della seconda aliquota dal 35% al 33% per i redditi da 28mila a 50mila euro. Si studiano anche nuove misure per le famiglie, a partire da un nuovo intervento sulle detrazioni con il quoziente familiare.
Per le imprese, dopo le difficoltà di Transizione 5.0, si lavora anche a "uno strumento incentivante orizzontale", annuncia il ministro delle Imprese Adolfo Urso, con "risorse nazionali". Per la Sanità l'obiettivo è raccogliere 2-3 miliardi in più oltre ai 4 già previsti dalla scorsa legge di Bilancio: l'urgenza è di migliorare gli stipendi e far entrare nuove persone, mentre al ministero della Salute si lavorerebbe già a un piano da 27mila assunzioni, dando la priorità agli infermieri. La Manovra potrebbe rinnovare anche le risorse per le Zes (Zone economiche speciali): l'impegno del governo con Confindustria, ha indicato il sottosegretario per il Sud Luigi Sbarra, è quello che "la dotazione finanziaria venga confermata e migliorata". Le banche, infine, in attesa dell'avvio delle negoziazioni con il governo sull'ipotetico contributo per la Manovra, avvertono: "Il 2026 e il 2027 saranno molto sfidanti" per gli istituti, con i rischi dell'export dovuti ai dazi, sottolinea il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.