Fabio Meroni ha attaccato su Facebook la senatrice a vita per le sue posizioni pro-vaccino. Il post è stato poi rimosso. Anpi: "Vergognoso"
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Ha scatenato un vespaio di polemiche il post, poi rimosso, su Facebook di Fabio Meroni, capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Lissone, in Brianza. "Mancava lei... 75190". Quel "lei" è riferito alla senatrice Liliana Segre, deportata e sopravvissuta ad Auschwirz, "identificata" nel post dal numero con cui fu marchiata al suo arrivo al campo di concentramento.
Meroni, No vax dal primo giorno delle vaccinazioni, ha rappresentato la Lega in tante sedi istituzionali, dal Parlamento, alla Provincia di Monza, al Comune di Lissone di cui è stato sindaco per due mandati e dove ora siede in Consiglio come capogruppo del suo partito
Quello sulla Segre è stato solo l'ultimo di una serie di attacchi pubblicati sui social contro chi è favorevole e consiglia l'uso di vaccini. Come Liliana Segre, che giovedì nel corso di un evento a Bookcity a Milano ha ricordato che esistono i negazionisti della Shoah così come del Covid "e a loro si risponde con il silenzio" perché "chi non vuole ascoltare, non ascolta".
Meroni invece ha ascoltato eccome le critiche che gli sono piovute addosso anche dal suo partito e ha cancellato non solo quello relativo a Liliana Segre, ma tutti i post di propaganda No vax e anche quelli con cui a gennaio aveva applaudito l'assalto a Capitol Hill da grande sostenitore di Donald Trump quale si è sempre dichiarato.
D'altronde Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda, era stato molto chiaro: "Il modo in cui il consigliere Fabio Meroni si è rivolto alla senatrice Liliana Segre è inaccettabile e non rappresenta il pensiero di nessuno. E per questo chiederò provvedimenti".
Sono quindi poi arrivate anche le scuse alla senatrice a vita: "In questo clima d'odio - ha scritto Meroni sempre su Facebook - purtroppo anch'io mi sono lasciato coinvolgere e in modo totalmente sbagliato ho cercato di esprimere il mio pensiero. Voglio chiedere scusa alla senatrice Segre, che non intendevo in nessun modo offendere e se un giorno avrò l'onore di poterle parlare spiegherò personalmente il mio pensiero. Ribadisco la mia stima nei suoi confronti. Lascio ad altri, odiatori da tastiera, sfogarsi contro di me".
Il suo post era stato infatti sommerso di insulti e critiche da parte di esponenti della sinistra, dall'attuale sindaco di Lissone Concettina Monguzzi al segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, a Matteo Ricci, presidente nazionale ALI e coordinatore dei sindaci Pd. "Vergognoso e intollerabile", lo ha definito l'Anpi. Da Liliana Segre, invece, solo silenzio.