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Caos Csm, Mattarella indice elezioni per sostituire i consiglieri dimissionari

Niente scioglimento del Consiglio superiore della magistratura, travolto dalla bufera sulle nomine delle procure, ma "ora servono nuove regole"

Caos Csm, Mattarella indice elezioni per sostituire i consiglieri dimissionari - foto 1
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Niente scioglimento del Csm, travolto dalla bufera sulle nomine delle procure.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha indetto per ottobre elezioni suppletive solo per i due pm dimissionari, Luigi Spina e Antonio Lepre. "La richiesta di scioglimento anticipato comporterebbe la rielezione dei suoi membri con i criteri attuali e contrasterebbe con la necessità di cambiare le procedure elettorali da più parti richieste", fanno sapere dal Quirinale.

La decisione del Colle arriva alla fine di una giornata di crescente pressing politico attorno al Capo dello Stato per l'azzeramento di Palazzo dei Marescialli, incagliato in una crisi istituzionale senza precedenti. Lo stesso Silvio Berlusconi è uscito allo scoperto. "Chiederemo un'udienza la Capo dello Stato per esporre le nostre preoccupazioni e chiedere lo scioglimento del Csm - ha detto rilanciando la richiesta di Forza Italia . - Ci sono ombre troppe serie". Berlusconi ha chiesto una commissione d'inchiesta.

"Incrinato il prestigio del Csm" - Ma proprio la necessità di cambiare le regole per le elezioni dei membri del Consiglio è stata la chiave che ha permesso a Mattarella di respingere gli assalti. La sostituzione dei dimissionari è il primo passo affinché "si volti pagina" rispetto a quello che è successo nel Csm restituendo alla magistratura indipendenza e prestigio sottolineano fonti del Quirinale spiegando che proprio le ultime vicende hanno "incrinato" questo prestigio.

L'obiettivo del presidente Mattarella è uno solo: restituire quel prestigio e quell'indipendenza della magistratura che oggi sono fiaccati dalla bufera dell'inchiesta e dall'amplificazione mediatica attraverso una serie incalzante di trascrizioni di intercettazioni. Intercettazioni che saranno valutate penalmente ma che di certo mostrano all'opinione pubblica una poco edificante commistione tra politica e magistratura.

La posizione del Quirinale - Mattarella ha avuto in queste settimane continui contatti con i vertici del Csm e con il ministro della Giustizia. In una prima fase il presidente aveva dato mandato al vicepresidente Ermini di esplorare ed approfondire la gravità della situazione. Ma poi ha deciso di "voltare pagina". Il clima di veleni tra l'altro rischiava di intaccare la stessa istituzione della presidenza della Repubblica attraverso conversazioni - in verità assai indirette - degli intercettati sul ruolo di un informatore addirittura dentro il Quirinale. Voci subito smentite con estrema nettezza dal Colle. Primo: il presidente Mattarella non è mai intervenuto sulle nomine dei magistrati, né tantomeno ne ha mai parlato con alcuno. Gli unici interventi sono stati di carattere generale, con l'obiettivo di richiamare il rispetto rigoroso dei criteri e delle regole preposte alle funzioni del Csm. Secondo: nessun contatto da quasi un anno con Luca Lotti, il politico del Pd al centro della tempesta per il suo interesse verso le nomine di alcune importantissime procure italiane. L'ultimo incontro - ha fatto sapere il Colle - è avvenuto il 6 agosto 2018 da quando Lotti lasciò la carica di ministro e salì al Quirinale per una normale visita di congedo.

La composizione del Consiglio superiore della magistratura