si può uscire

Grillo: troppo difficile stare nell'euro, bisogna fare un referendum

Rimanere nella moneta unica è complicato e soprattutto costoso. Uscire invece si può, lo dice anche la Bce, e ciò, secondo il garante del M5s, darebbe nuovo slancio e linfa all'economia

27 Gen 2017 - 14:54

"Stare nell'euro diventa ogni giorno più complicato e costoso per la maggioranza dei Paesi dentro l'eurozona. E questo lo sa anche la Bce: Draghi ha recentemente dichiarato che si può uscire a patto di pagare il conto dell'uscita. L'uscita è dunque possibile e ciò darebbe sostegno ai saldi commerciali e nuova linfa ad una crescita asfittica". E' quanto si legge in un post sul blog di Beppe Grillo che chiede "un referendum sull'euro".

Per Beppe Grillo infatti gli italiani devono poter "decidere ", "soprattutto alla luce di questi costi enormi a cui si va incontro". "Gli italiani devono essere informati di cosa vuol dire restare nell'euro e cosa significa uscirne, in termini di costi e benefici. Il fattore tempo a questo punto è cruciale", ha sottolineato.

"L'Italia può far sentire la sua voce in Europa" - "Il 2017 offre all'Italia un'ottima occasione per far sentire la sua voce in Europa. Entro il 1° gennaio 2018 il Fiscal Compact dovrà essere ratificato nel quadro giuridico dell'Ue. E serve l'unanimità. Questo dà all'Italia la forza contrattuale necessaria per presentarsi alla Commissione Europea e alla Bce e minacciare il suo veto in assenza di un accordo ad esempio sulla monetizzazione dei titoli di Stato acquistati dalla Banca d'Italia nell'ambito del QE". "In assenza di una road map verso gli Eurobond l'alternativa è "rimanere in questo euro senza mutualizzazione del rischio e rispettando al contempo questo Fiscal Compact significa condannare il paese ad un progressivo impoverimento".

"Siamo la terza economia dell'area, ma ci attende lo stesso copione della Grecia" - Dopotutto, ha evidenziato Grillo nel suo post, "l'Italia è la terza economia dell'area euro e il nostro debito pubblico è più di 6 volte quello greco: questo ci dà la forza per negoziare alla pari la flessibilità di cui abbiamo bisogno per ripagare i nostri creditori. Altrimenti l'Europa a trazione tedesca continuerà a dare le carte; e non ci vuole molta fantasia per capire che ci attende lo stesso drammatico copione della Grecia, a partire dalla ristrutturazione del debito pubblico italiano già 'suggerita' dai consiglieri economici della Merkel".

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