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Ue, ultimatum all'Italia: serve manovra bis da 3,4 miliardi di euro

In caso contrario pronta procedura d'infrazione per deficit eccessivo per il mancato rispetto della regola del debito. Padoan: via maestra è la crescita

Una manovra bis da 3,4 miliardi di euro per aggiustare i conti pubblici: è quanto chiede l'Ue all'Italia, pena una procedura d'infrazione per deficit eccessivo per il mancato rispetto della regola del debito.

L'ultimatum di Bruxelles, "congelato" alla vigilia del referendum costituzionale e tornato ora alla ribalta, è stato recapitato al governo Gentiloni già una settimana fa. Nel mirino l'indebitamento al netto delle spese una tantum.

Secondo le previsioni di Bruxelles nel 2017 il deficit italiano viaggerà attorno al 2,4% del Pil. Troppo (due decimali oltre il limite massimo) secondo la Commissione europea di Jean-Claude Juncker e l'Eurogruppo di Jeroen Dijsselbloem. Come riporta La Repubblica, a Roma si parla già di una "trattativa" tra il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, per ridurre l'entità della manovra bis.

Se da un lato la correzione dei conti pubblici appare inevitabile, dall'altro l'Italia potrebbe "tirare" sulle tempistiche. L'Ue aveva chiesto a Roma di aggiustare i conti entro il primo febbraio 2017, giornata in cui la Commissione renderà note le previsioni economiche d'inverno che riguardano l'Italia. Il governo sembra però in grado di riuscire a "scucire" almeno un mese in più, anche se difficilmente si potrà andare oltre marzo.

I punti che preoccupano Gentiloni - Nonostante a Bruxelles sia stato battezzato "il conto di Renzi", il peso della manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi ricade tutto sulle spalle del governo Gentiloni. A preoccupare il premier sono in particolare tre punti: l'aumento del debito pubblico, i 20 miliardi di euro (forse insufficienti secondo gli esperti) stanziati dal decreto Salva-risparmio per risolvere la crisi delle banche e il declassamento del rating italiano. Queste realtà potrebbero infatti produrre un impatto "letale" sul debito pubblico.

Padoan: "La via maestra è la crescita" - "Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori per rispettare gli obiettivi" ma "la via maestra e' la crescita, che è la priorità del governo". Lo ha affermato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al Tg3 a proposito delle richieste in arrivo dalla Ue sui conti pubblici. "Bruxelles ci ricorda che abbiamo un debito troppo alto che avrebbe dovuto cominciare a scendere da quest'anno" ma non l'ha fatto perché "siamo stati in deflazione nel 2016 e le condizioni di mercato non hanno consentito di completare il programma di privatizzazioni".