CONSENSO DIFFUSO

Legge elettorale, Napolitano: "Saranno rispettate le minoranze"

Il presidente della Repubblica interviene dopo le polemiche sugli incontri coi partiti per parlare della riforma. Il Colle bacchetta il M5S: "Sempre pronti al dialogo nonostante gli insulti"

25 Ott 2013 - 21:38
 © Tgcom24

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Per Giorgio Napolitano è fondamentale che la futura nuova legge elettorale sia frutto di un consenso diffuso. Il presidente della Repubblica ha infatti auspicato che in materia di modifiche del sistema elettorale "si persegua in Parlamento la più larga condivisione". Quanto alle polemiche sui colloqui avvenuti al Colle, Napolitano sottolinea come questi non avallino alcuna "prevaricazione della maggioranza sulle minoranze".

Dopo aver ricevuto giovedì esponenti di governo e maggioranza per sollecitare loro una modifica della legge elettorale prima del 3 dicembre, quando è atteso il pronunciamento della Consulta, il capo dello Stato ha incontrato Sel e Fratelli d'Italia sullo stesso tema, mentre nei prossimi giorni toccherà alla Lega.

Stilettata ai grillini: "Dialogo nonostante gli insulti" - Assente invece il Movimento 5 stelle che continua a criticare Napolitano chiedendone le dimissioni. Alle accuse, il Colle risponde in una nota di essere rammaricato per la decisione dei grillini, ma precisa che "la presidenza della Repubblica ha sempre, e anche di recente, accolto richieste di incontro da parte del Movimento 5 stelle, benché spesso accompagnate da attacchi scorretti e perfino ingiuriosi al capo dello Stato".

Incontri con Sel e Fdi sereni - Gli incontri odierni si sono svolti "in un clima di assoluta serenità e concretezza" e hanno consentito al capo dello Stato "di acquisire ulteriori elementi sulle prospettive di modifica - in Parlamento - della legge elettorale vigente", dice la nota.

Nessuna prevaricazione della maggioranza - "Nessun giuoco era ormai stato fatto, come da qualche parte si è affermato senza alcun fondamento; né tanto meno si era avallata alcuna prevaricazione della maggioranza sulle minoranze", risponde Napolitano alle critiche ricordando l'auspicio che "rapidamente, prima dell'udienza già fissata per il 3 dicembre dalla Corte Costituzionale, il Parlamento affermi il ruolo suo proprio intervenendo almeno a modificare la legge vigente nelle norme su cui la Consulta ha già espresso più di una volta serie riserve di costituzionalità".

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