L'IMPASSE

Napolitano: "La missione dei saggi è a tempo"

Ma i partiti scalpitano. Il Pdl: "O grande coalizione o elezioni subito, anche a giugno". Grillo: "Non servono i badanti della democrazia"

01 Apr 2013 - 21:00
 © Ap/Lapresse

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Meno di 48 ore, tanto è durata la "luna di miele" tra i saggi nominati da Napolitano e i partiti politici. Gli elogi si sono trasformati via via in paletti e distinguo. Il più attivo su questo fronte è stato il Pdl che invoca il governissimo o le elezioni immediate, poi è stato anche Grillo a "mugugnare". Alla fine è intervenuto, nuovamente, il Quirinale parlando di un tentativo, quello dei saggi, limitato nel tempo.

Pdl, governissimo o elezioni subito - Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha ribadito l'aut aut berlusconiano: o si fanno subito larghe intese riaprendo le consultazioni o si va al voto a giugno. Per il Pdl la "casa brucia" e con i saggi si sta solo perdendo tempo. E poco importa che il capo dello Stato avesse garantito un limite temporale ben definito e il carattere ricognitivo del lavoro degli esperti.

Grillo: "Non servono questi badanti" - Non tenero nemmeno il Movimento 5 stelle anche se, tutto sommato, concede una certa apertura alla strada indicata da Napolitano che è, secondo Beppe Grillo, "al momento la miglior soluzione possibile in un Paese che ha visto Parlamenti svuotati di ogni autorità e significato". Ma se ciò può in qualche modo rispondere alla necessità di "ridare al Parlamento la sua centralità" non può però prescindere dall'urgenza di istituire le Commissioni" perché "il Paese ha bisogno di un parlamento funzionante" e non di "fantomatici negoziatori" o di "badanti della democrazia".

Il Pd tace, oggi - Il Pd tace o quasi a pasquetta ma sicuramente abbassa di un ottava i toni usati ieri da Dario Franceschini che considerava la scelta dei saggi "non risolutiva dello stallo politico". A intervenire, e solo a precisazione quirinalizia avvenuta, sono Cesare Damiano e Walter Verini. Il primo per chiedere di evitare scontri e cercare invece le risposte che chiedono disoccupati e nuovi poveri, il secondo per concedere ai saggi di "lavorare al meglio e senza pregiudizi" ed evitare "nell'interesse dell'Italia chiusure e ricatti inaccettabili".

Martedì i saggi cominciano il lavoro - Intanto prende il via la "missione" al Quirinale. "Assolutamente informale", "puramente ricognitiva" e con "ovvi limiti temporali": nessun 'golpe bianco', nessun tentativo di commissariare o scavalcare i partiti e il Parlamento. Al contrario, ha limiti ben definiti il mandato che Giorgio Napolitano ha conferito a dieci "saggi". Il Colle decide di precisarlo a chiare lettere: sospetti e timori sono "infondati". Perché il tentativo, di fronte allo stallo politico, è provare a portare il dialogo su un terreno comune di proposte programmatiche. Ai partiti spetta fare il resto.

Sarà il presidente della Repubblica in persona, al Quirinale, ad avviare i lavori dei due gruppi di "saggi". Alle 11 Napolitano riunirà le sei personalità incaricate di occuparsi dei temi economico-sociali ed europei. Alle 12 sarà la volta dei quattro esperti di temi istituzionali. Due incontri già operativi, nei quali dovrebbero meglio precisarsi tempi e modi (non ancora chiara, ad esempio, la "sede") di svolgimento dell'incarico che il capo dello Stato ha così tratteggiato: "Formulare precise proposte programmatiche che possano divenire oggetto di condivisione da parte delle forze politiche".

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