i fatti del 2016

Kim Kardashian in tribunale a Parigi, l'amica e testimone: "Durante la rapina implorava per la vita"

L'influencer era stata legata e imbavagliata, poi derubata di gioielli per un valore di 9 milioni di euro

13 Mag 2025 - 13:27

Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2016 Kim Kardashian è stata derubata di gioielli preziosissimi, per un valore di 9 milioni di euro. Legata e imbavagliata, ha temuto per la propria vita come ha raccontato la sua amica e stylist durante il processo aperto a Parigi. "Avevo paura che fosse stata violentata o violata. Ho pensato al peggio", ha detto Simone Harouche. E ha aggiunto: "'Ho dei bambini e devo vivere'. Questo è quello che continuava a dire: 'Prendi tutto. Devo vivere'".

Kim Kardashian a Parigi per il processo

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La dichiarazione dell'amica di Kim Kardashian

 Simone Harouche ha dichiarato al tribunale che il trauma della rapina ha cambiato "per sempre" la vita di Kim Kardashian, che conosceva da quando aveva 12 anni, privandola della sua libertà. "Ora ha uno stile di vita completamente diverso", ha detto. "In termini di sicurezza, non può andare da sola, non va più da sola in nessun posto. Perdere il senso di libertà... è orribile."

La ricostruzione

 Dopo quasi 9 anni, il processo a Parigi si è aperto il 28 aprile. Secondo le ricostruzioni, i rapinatori sono arrivati in bicicletta nell'hotel in cui alloggiava Kim Kardashian, travestiti da agenti di polizia. Dopo aver fatto irruzione nella sua suite, legandola e imbavagliandola, hanno sottratto numerosi gioielli tra cui il suo amatissimo l'anello di fidanzamento da 3,5 milioni di euro che le venne regalato da Kanye West. Facevano parte della refurtiva anche due braccialetti Cartier con diamanti, una collana Jacob in oro e diamanti, orecchini Lorraine Schwartz, un Rolex d’oro.

 I gioielli rubati a Kim Kardashian non sono mai stati ritrovati: secondo gli inquirenti potrebbero essere stati smontati e rivenduti. Gli arresti dei rapinatori e dei presunti complici sono avvenuti tre mesi dopo. Uno degli imputati, tutti nati negli anni Cinquanta, è deceduto a marzo 2024, mentre un altro è stato esentato dal processo per ragioni di salute. Due i loro hanno ammesso di essere stati presenti sulla scena. Gli altri negano qualsiasi coinvolgimento – alcuni affermano addirittura di non sapere chi fosse la Kardashian. Ma la polizia afferma che il gruppo ha tracciato i suoi movimenti attraverso i suoi post sui social media.

La testimonianza del receptionist

 Raccolta in aula anche la testimonianza di Abderrahmane Ouatiki, l’addetto alla reception notturno dell’hotel. Davanti ai giudici, ha riportato la BBC, ha raccontato di essere stato costretto dai rapinatori a raggiungere la suite di Kim Kardashian per fare da traduttore. Dal suo racconto emerge una scena drammatica, con l'influencer "completamente in preda al panico» e «in uno stato di terrore totale", nel frattempo un uomo armato e agitato le puntava una pistola. "Era molto aggressivo, e lei assolutamente terrorizzata", ha aggiunto.

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