Per il 65% degli italiani lo Stato non può presidiare da solo tutti i luoghi sensibili. Ecco come il settore della sicurezza privata diventa strategico
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Nelle città italiane, la sicurezza non è più solo una questione pubblica. Oggi gli operatori della vigilanza privata sono diventati una presenza cruciale in stazioni ferroviarie, ospedali, aeroporti, luoghi della movida e grandi eventi. Spesso, sono i primi a intervenire. Sempre più spesso, lavorano in stretto raccordo con le forze dell’ordine. Il 65,1% degli italiani non ha dubbi: lo Stato non può farcela da solo a garantire la sicurezza di tutti i luoghi pubblici. Da qui l’esigenza di una rete integrata, in cui la vigilanza privata svolge un ruolo sempre più centrale.
Nel quadro della sicurezza integrata, promossa anche a livello istituzionale, le guardie giurate rappresentano un tassello operativo importante: affiancano lo Stato, supportano il controllo del territorio, forniscono un contributo concreto alla prevenzione dei reati e alla gestione delle emergenze. Secondo il rapporto “La sicurezza fuori casa” di UNIV-Censis, oggi in Italia operano oltre 100mila addetti alla sicurezza privata, con una capillarità che li rende spesso il primo punto di contatto tra il cittadino e l’intervento sul campo. Una forza che contribuisce a rafforzare la rete di sicurezza urbana, soprattutto in un contesto dove la domanda di protezione cresce più rapidamente delle risorse disponibili per la sicurezza pubblica.
Per il 47,2% degli italiani è necessario aumentare la collaborazione tra pubblico e privato nella gestione dell’ordine. E non è solo una questione di percezione: le esperienze già in atto – dai progetti di presidio congiunto nelle stazioni ferroviarie agli interventi nei pronto soccorso – mostrano come la sinergia tra guardie giurate e forze dell’ordine possa produrre risultati concreti in termini di deterrenza, prevenzione e rapidità di intervento. Il 76,3% dei cittadini dichiara di sentirsi più tranquillo quando sono presenti operatori della vigilanza privata. Una fiducia che si riflette anche nell’idea, condivisa dal 53,1% degli italiani, che il loro ruolo sia “utile e importante”, e nel 25,1% dei cittadini che li considera addirittura “indispensabili”.
Oltre alla sorveglianza, la vigilanza privata svolge funzioni attive di prevenzione: controlla accessi, monitora comportamenti sospetti, individua situazioni di rischio, segnala tempestivamente criticità. E nella gestione delle emergenze è spesso la prima presenza addestrata sul posto, in grado di contenere l’evento e attivare le procedure corrette. È la logica della sicurezza partecipata, in cui pubblico e privato operano in rete, condividendo obiettivi, informazioni e protocolli. I numeri confermano quanto la vigilanza privata sia ormai parte integrante del sistema di sicurezza urbano: oltre 12 milioni di cittadini hanno chiesto assistenza agli operatori del settore, e in quasi 8 milioni di casi si è trattato di vere e proprie situazioni di emergenza. Ecco perché investire in questa collaborazione significa costruire città più sicure, presidiate con continuità, competenza e capacità di intervento immediato.