Laverda, passione italiana in scena a Novegro
Dal 14 al 16 febbraio la tradizionale mostra scambio di ricambi e moto storiche è dedicata alle mitiche Laverda
Arancioni, possenti, robuste e veloci… Le Laverda sono state motociclette che negli anni 80 hanno fatto battere il cuore a tanti di noi e ancora oggi sono belle da guardare e da guidare. Le vedremo a Novegro, dal 14 al 16 febbraio, nella tradizionale mostra scambio di ricambi e moto storiche.
Una storia, quella delle Laverda, che è iniziata nel cortile della villa della famiglia Mazzini nel centro di Breganze in Veneto. Qui all’ombra del campanile della chiesa, la famiglia Laverda produce da quasi un secolo macchine agricole finché Francesco, il capofamiglia nel dopoguerra, non si mette in testa un’idea strana: “Costruire un mezzo di trasporto utilitario, molto economico e affidabile”.
Una moto leggera, questo serviva per spostarsi e dar lavoro a tanta gente, per contribuire a ricostruire il paese. Così la prima Laverda è una 75 cc quattro tempi, che consente di andare in due e consuma come un ciclomotore a due tempi: 60 chilometri con un solo litro di benzina. Le prime consegne nel 1950, prezzo 164.810 lire, da lì è un attimo con le vittorie alla Milano- Taranto, nel Giro d’Italia e nelle corse in salita.
La fabbrica cresce, si ingrandisce e arriva a 250 dipendenti, produce 30 moto al giorno, poi la crisi affrontata tentando altre strade: il ciclomotore quattro tempi del ’58, lo scooterino quattro tempi del ’60, il motorino del venduto anche in scatola di montaggio… Fino al rilancio nel 1967, dove per soddisfare le richieste sarà necessaria una nuova fabbrica. Sono gli anni della Laverda 750 prima e della 1000 e 1200 poi, maximoto costruite in migliaia di esemplari, che vincono sulle piste di gara e sono esportate in tutto il mondo, fino a diventare una leggenda del motociclismo, un pezzo della nostra storia che non possiamo dimenticare.
Gigi Sironi
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