salvare l'industria non il pianeta

Green deal, la giravolta dell'Ue sulle auto: norme riviste e ok ai carburanti biofuel

Le pressioni di Merz e della Germania sortiscono il loro effetto: von der Leyen fa marcia indietro sulle auto elettriche a partire dal 2035 e accelera sulla neutralità tecnologica dei carburanti

21 Ott 2025 - 11:26
 © ansa

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Parafrasando il latino, prima vivere poi salvare il pianeta: la revisione del controverso stop Ue alle nuove auto a benzina e diesel dal 2035 sarà anticipata già alla fine dell'anno. E' bastato che il cancelliere tedesco Merz tuonasse sull'argomento per far fare Bruxelles se non una giravolta a 180 gradi, almeno una vistosa frenata. Accanto agli e-fuel cavallo di battaglia di Berlino, anche i biofuel invocati dall'Italia entrano ora nel perimetro della riflessione europea sul futuro di una filiera alle prese con il delicato passaggio all'elettrico. L'automotive si conferma così l'emblema del dietrofront di Ursula von der Leyen sul Green deal, bandiera del suo primo mandato, scosso dalle continue bordate di Donald Trump e dalle crescenti critiche interne del Ppe per gli effetti sull'industria continentale.

L'elettrico resta la via maestra - sostenuto da nuovi incentivi allo studio, ad esempio per le flotte aziendali, e dai progetti in cantiere come una "piccola e-car" made in Europe -, ma Bruxelles riconosce ormai la necessità di maggiore flessibilità. "Ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni, anticipandola entro la fine del 2025", ha scritto von der Leyen nel paragrafo dedicato al Clean industrial deal - la declinazione industriale del Green deal - contenuto nella lettera inviata ai leader Ue in vista del vertice di giovedì, dove clima e competitività torneranno in cima all'agenda. Un passaggio che suggella mesi di confronto serrato con l'industria, già sfociati a maggio nella decisione di rendere più flessibile il calcolo delle sanzioni per i costruttori in ritardo sugli obiettivi intermedi di taglio delle emissioni al 2030, fissati al 55% per le nuove auto e al 50% per i veicoli leggeri.

La revisione complessiva del bando al motore a combustione - prevista inizialmente per il 2026 - aprirà ora la strada anche alla rivalutazione del "ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni, includendo e-fuel e biocarburanti avanzati" per dare centralità al principio della "neutralità tecnologica". Una scelta subito accolta con favore dai partiti di governo. "Da anni, con Fratelli d'Italia e i Conservatori europei, ci battiamo per aprire la strada ai biocarburanti come alternativa sostenibile ed efficace al diktat dell''elettrico subito', tanto caro alla sinistra rosso-verde", ha rivendicato il capodelegazione di FdI all'Europarlamento, Carlo Fidanza, ricordando che la battaglia "sposata fin da subito dal governo di Giorgia Meloni" trova così "un importante riconoscimento". Più severa la Lega che, parlando di "brusco risveglio a Bruxelles", non ha risparmiato le critiche a von der Leyen che soltanto adesso - si legge in una nota della delegazione europea del Carroccio - "dopo anni di politiche dannose per aziende, lavoratori e famiglie dà una spallata al Green deal". Il cambio di rotta investe l'intera politica ecologica Ue.

Per rassicurare i Ventisette - che arriveranno al vertice spaccati tra chi vuole tenere fede all'ambizione sul clima come Spagna, Portogallo e Nordici e chi si oppone con forza come la Polonia -, la numero uno di Palazzo Berlaymont ha promesso "flessibilità" anche sulla via per raggiungere le emissioni di gas serra zero nel 2050. La dichiarazione d'intenti per il 2035 - faticosamente concordata dai ministri dell'Ambiente - prevede un intervallo di taglio tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990. Per il 2040 la partita è ancora in salita: Bruxelles propone un calo del 90%, ma introduce clausole di flessibilità: fino al 3% dell'obiettivo potrà essere raggiunto acquistando crediti internazionali di alta qualità e l'intero target Ue, ha assicurato von der Leyen, potrà essere leggermente inferiore al 90% a patto "che sia compensato da riduzioni simili, economicamente vantaggiose e ad alta integrità, extra-Ue". Sarà compito dei leader giovedì fissare le linee guida. Spetterà poi ai ministri dell'Ambiente - in una riunione ad hoc il 4 novembre - tradurle in percentuali in vista della Cop30 di Belém, in Brasile.