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Usa e filibuster: perché per la legge sulle armi serve il voto di 60 senatori

L'allenatore Nba Steve Kerr si è rivolto ai repubblicani nonostante i democratici abbiano la maggioranza semplice al Senato

La legge sul controllo delle armi negli Stati Uniti, così come molte altre importanti riforme, ha un nemico che sembra invincibile: il filibuster.

Si tratta di una pratica utilizzata dai gruppi di minoranza del Senato statunitense negli ultimi decenni per bloccare le leggi portate avanti dai gruppi di maggioranza. In italiano si può definire come "ostruzionismo".

Dopo la strage nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, dove sono stati uccisi 19 bambini e due insegnanti, Steve Kerr, l'allenatore della squadra Nba dei Golden State Warriors, si è rivolto al leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, implorandolo di trovare un accordo e far approvare la legge sul controllo delle armi già approvata dalla Camera statunitense nel 2019.

 

Il Senato americano è composto da due rappresentanti per ogni Stato, per un totale di 100 senatori. Attualmente 50 sono repubblicani e 50 sono democratici (per semplicità, in questi 50 contiamo anche i 2 senatori eletti come indipendenti ma affiliati ai Dem, ovvero Bernie Sanders e Angus King). In caso di voto in parità, è decisivo il vicepresidente, che dal 20 gennaio 2021 è la democratica Kamala Harris. Per questo, possiamo dire che i Dem hanno la maggioranza semplice del Senato.

 

 

Il filibuster risale agli inizi del Novecento. Allora, un gruppo di senatori bloccò l'iter di un disegno di legge allungandone indefinitamente la discussione. Per evitare questa pratica un po' piratesca (filibuster etimologicamente rimanda alla parola "pirata"), si decise di introdurre una mozione di chiusura della discussione: prevedeva che attraverso un voto dei due terzi dei senatori si potesse passare al voto finale sul provvedimento discusso. Nel 1975 questa soglia venne abbassata a 60 senatori.

 

Negli ultimi decenni l'ostruzionismo è diventato un tecnicismo estremamente diffuso nella politica statunitense per condizionare di volta in volta i passaggi parlamentari delle principali leggi-bandiera di democratici e repubblicani. Spesso è bastato evocarlo per fermare sul nascere alcune semplici proposte. Tanto che tutti gli ultimi presidenti che si sono susseguiti alla Casa Bianca hanno a un certo punto provato ad abolire il filibuster. L'ultimo tentativo è stato di Biden, che nel gennaio 2022 ha chiesto pubblicamente di modificare il regolamento del Senato in modo da evitare che gruppi di minoranza di senatori possano bloccare il voto sulle leggi. Richiesta negata da tutti i repubblicani, ma anche da un paio di democratici che hanno mostrato dubbi (Joe Manchin e Kyrsten Sinema). 

 

Tra i temi che maggiormente hanno dovuto fare i conti con il filibuster, ci sono quelli relativi alle armi. Negli ultimi dieci anni sono state bloccate tre leggi (2013, 2015, 2016) sull'estensione dei cosiddetti "background checks", ovvero il controllo preventivo di chi vuole acquistare un'arma. L'ultima in ordine di tempo è quella citata da Steve Kerr, il disegno di legge HR8, conosciuto come "Bipartisan Background Checks", passato alla House of Representatives nel 2019 con un sostegno bipartisan ma mai approdato al Senato, e poi votato nuovamente alla Camera nel marzo 2021 con 227 voti favorevoli e 203 contrari. Nel 2021 otto deputati repubblicani votarono in favore della legge, e un democratico votò contro.

 

Il disegno di legge HR8 amplia il controllo a livello federale sulla vendita delle armi, estendendo l'obbligo dei controlli di background a praticamente tutti i venditori privati e privi di licenza, da quelli alle manifestazioni di armi ai rivenditori online. È un obbligo che per i venditori autorizzati esiste già e punta a impedire che chi ha precedenti penali o malattie mentali possa acquistare armi. La sua entrata in vigore sarebbe la prima grande regolamentazione del settore dal 1994, quando il senatore Joe Biden riuscì a far passare il divieto temporaneo a tutte le armi d'assalto, scaduto dieci anni dopo, nel 2004.

 

Ma al momento niente fa pensare che questa legge possa passare al Senato. Diversi senatori repubblicani sono sostenuti dalla lobby delle armi, la National Riffle Association, e si sono spesso mostrati contrari a regolamentazioni restrittive sul loro controllo. Dopo la strage di Uvalde, in Texas, molti democratici hanno chiesto a Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato, di lasciar perdere il filibuster e trovare un accordo per far passare il disegno di legge. Gli appelli si rivolgono anche ai singoli senatori, nel tentativo di trovare 10 repubblicani che si uniscano ai democratici per far cadere l'ostruzionismo.

 

Tra le voci, spicca quella dell'allenatore dei Golden State Warriors, il cui padre fu ucciso da colpi di arma da fuoco in Libano nel 1994: "Siamo tenuti in ostaggio da 50 senatori a Washington che si rifiutano anche solo di mettere la legge al voto, nonostante quello che vuole il popolo americano. Kerr si riferisce ad alcuni sondaggi del 2020 commissionati dalle associazioni Everytown for Gun Safety e Giffords secondo cui oltre il 90% degli americani sarebbe favorevole all'allargamento dei controlli di background nella vendita delle armi. "Non voteranno su questa legge - ha aggiunto Kerr in conferenza stampa - perché vogliono mantenere il loro potere personale".

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