Ucraina, Zelensky: "Siamo rimasti soli, il mondo guarda da lontano" | "Serve una coalizione contro la guerra"
"Le sanzioni devono essere ulteriormente rafforzate. Prima o poi però Mosca dovrà aprire un dialogo per mettere fine alle ostilità"
Ucraina, case alla periferia di Kiev colpite nella notte
Un pesante attacco aereo con missili e armi pesanti ha colpito nella notte la capitale ucraina Kiev, ma "la difesa aerea della città ha respinto con successo l'assalto". Lo riferiscono i media locali precisando che i frammenti di un aereo russo, presumibilmente un drone, e una serie di missili sono stati intercettati e sono caduti su due edifici residenziali. Gli edifici, situati nella parte orientale della città sono andati a fuoco: il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito che tre persone sono rimaste ferite, una delle quali versa in condizioni critiche.
Leggi Tutto Leggi MenoIn un nuovo discorso il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha detto che "l'Ucraina è rimasta sola, il mondo guarda cosa sta accadendo qui da lontano".
Secondo Zelensky "le sanzioni non sono riuscite a convincere la Russia a desistere. Le sanzioni devono essere ulteriormente rafforzate". Il presidente ucraino si è però anche detto sicuro che la Russia dovrà aprire un dialogo "prima o poi per mettere fine alle ostilità e fermare questa invasione. Prima inizia questo dialogo, minori saranno le perdite per la Russia".
"Le forze fanno il possibile per difendere il Paese"
Le forze ucraine "fanno tutto il possibile" per difendere il Paese. Ha detto ancora Zelensky in un nuovo discorso alla Nazione, elogiando la popolazione per "l'eroismo" che ha dimostrato finora di fronte all'avanzata russa.
"Serve coalizione contro la guerra" "Abbiamo bisogno di una coalizione contro la guerra. Difendiamo la nostra libertà, la nostra terra. Ci serve assistenza internazionale", ha scritto poi su twitter il presidente ucraino dopo una telefonata con l'omologo polacco Andrzej Duda. "Faccio un appello al gruppo 'Bucarest 9' - aggiunge - per ricevere aiuti e fare pressioni sull'aggressore". Il cosiddetto gruppo dei "Nove di Bucarest" è formato da Romania, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia.
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