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Ucraina, Putin riconosce l'indipendenza del Donbass e invia truppe "per assicurare la pace" | Nato: "Pretesto per una nuova invasione" | Usa e Ue annunciano sanzioni

Il presidente russo firma il documento in diretta tv, alla presenza dei leader delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. La replica di Kiev: "Non abbiamo paura di Mosca, ci aspettiamo il sostegno dell'Occidente". L'Ue: "La Russia viola il diritto internazionale". Trasferito in Polonia il personale dell'ambasciata Usa

Ucraina, strappo separatista: Putin firma il riconoscimento dell'indipendenza del Donbass

Vladimir Putin ha deciso di riconoscere immediatamente l'indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk, firmando al Cremlino, in diretta tv, il riconoscimento con i leader delle due entità del Donbass.

"L'Ucraina è serva dei padroni occidentali, se avrà armi di distruzione di massa il mondo cambierà drammaticamente. Kiev deve fermare immediatamente le operazioni militari", ha affermato il presidente russo. La replica del presidente ucraino Zelensky: "Non abbiamo paura di Mosca, di niente e di nessuno. Ci aspettiamo il chiaro sostegno da parte dei nostri alleati". La mossa di Putin, che ha ordinato l'invio di truppe nella regione "per assicurare la pace", ha scatenato la replica istantanea dell'Occidente. "È una violazione del diritto internazionale, dell'integrità territoriale ucraina e degli Accordi di Minsk. L'Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. "Lampante violazione" sottolineata anche da Joe Biden. Per la Nato, la Russia "inscena il pretesto per una nuova invasione". Alle 3 si riunisce il Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

 

 

Nel decreto russo si legge che la decisione di inviare forze russe è stata presa "dopo una richiesta del capo della Repubblica popolare di Donetsk al ministero della Difesa della Federazione Russa, per garantire l'attuazione delle funzioni a sostegno della pace sul territorio prima della conclusione dell'accordo di amicizia, cooperazione e mutuo soccorso" con Mosca. Gli accordi implicano, tra le altre cose, la protezione congiunta delle frontiere con la Russia e creano una base giuridica per la presenza dell'esercito russo nelle due regioni.

 

 

Carri armati nel Donbass - Testimoni oculari hanno riferito che due colonne di carri armati si sono spostati a nord e a ovest nei territori filorussi riconosciuti da Mosca

 

Putin: "I Tomahawk dall'Ucraina possono raggiungere Mosca" - Secondo Putin, l'istallazione di missili balistici in Ucraina "equivale a una minaccia contro la Russia europea e gli Urali. I missili Tomahawk possono raggiungere Mosca in 35 minuti, i missili balistici in 7 minuti e i missili ipersonici in 4. E questo da parte della Nato equivale a mettere un coltello alla gola alla Russia".

 

 

"La Russia è l'obiettivo dei missili della Nato" - Nel suo discorso alla nazione, il leader del Cremlino insiste sulla minaccia militare rappresentata dall'Occidente. Gli americani, ha sottolineato Putin, "dicono che non dobbiamo preoccuparci per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato e che ci vorrà tempo perché questo accada. Ma cosa cambia per noi? Assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili della Nato".

 

Consiglio di sicurezza russo sul caso Ucraina: uno show in diretta per Putin (quasi annoiato)

Le strategie di guerra in diretta tv: il consiglio straordinario di sicurezza russo, indetto da Vladimir Putin per fare il punto sulla crisi ucraina, per la prima volta è stato trasmesso completamente in chiaro dalla televisione russa. Non si tratta dello scambio iniziale, il giro di tavolo con poche battute prima della riunione riservata. Putin è seduto al centro, è intervenuto in apertura e ha ascoltato tutti gli interventi, a cominciare da quello del ministro degli Esteri Serghei Lavrov. In diretta mondiale il presidente russo ha subito alzato il tiro, dopo l'annuncio notturno dell'Eliseo di un possibile vertice tra Putin e Biden che sembrava far presagire una fase distensiva. "Mosca sta considerando la richiesta di riconoscimento dei separatisti ucraini", è stata una delle prime frasi di Putin, che ha poi aggiunto: il processo di pace nel conflitto in Ucraina non ha "alcuna prospettiva" al momento. Assicurando infine che "gli Usa hanno assicurato che è possibile una moratoria sull'entrata dell'Ucraina nella Nato". Messaggi volutamente inviati in diretta, per minacciare, blandire, inviare messaggi, come in un grande Truman show. Poi durante gli interventi lo "zar" è quasi sembrato svogliato e stanco ma lo spettacolo è proseguito.

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"L'Ucraina è serva dei padroni occidentali" - L'Ucraina "ha già perso la sua sovranità", diventando serva "dei padroni occidentali", ha proseguito Vladimir Putin. Il Paese "ha sempre rifiutato di riconoscere i legami storici con la Russia e non c'è da meravigliarsi quindi per quest'ondata di nazismo e nazionalismo. Minacce permanenti sono arrivate dalle autorità ucraine per quanto riguarda l'energia. Continuavano a ricattarci sulle forniture energetiche e sono questi gli strumenti che hanno utilizzato nelle trattative con l'Occidente".

 

 

Zelensky: "Non abbiamo paura della Russia, i nostri confini rimarranno uguali" - Decisa la replica da parte del presidente ucraino Volodimyr Zelensky, secondo il quale l'Ucraina "non ha paura della Russia" e i suoi confini "rimarranno gli stessi". Con il riconoscimento "dei ribelli" del Donbass, Mosca "ha violato la sovranità del nostro Paese". Kiev si attende un "chiaro sostegno" da parte dell'Occidente contro il Cremlino, il quale "risponderà" delle sue azioni. Zelensky ha infine precisato che l'Ucraina seguirà solo il percorso diplomatico ed eviterà un'ulteriore escalation.

 

Russia e Usa: equipaggiamenti militari a confronto

 

Ambasciata Usa, personale trasferito in Polonia - Gli Stati Uniti hanno deciso di trasferire tutto il personale dell'ambasciata fuori dall'Ucraina, in vista di una possibile invasione russa. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha raccomandato agli americani in Ucraina di partire immediatamente: "La situazione di sicurezza nel Paese continua a essere imprevedibile e potrebbe deteriorare con un preavviso minimo". La Casa Bianca ha spostato i funzionari in Polonia per motivi di sicurezza. L'ambasciata era già stata trasferita da Kiev nella città occidentale di Leopoli. Un alto funzionario dell'amministrazione americana ha definito "improbabile" un vertice tra Biden e Putin.

 

Biden: "Stop agli investimenti nel Donbass, sostegno a Kiev" - La reazione più attesa alla svolta separatista era quella del presidente americano Joe Biden, il quale ha firmato un bando sugli investimenti e le attività commerciali e finanziarie da parte degli americani nelle regioni separatiste dell'Ucraina. Saranno prese a breve anche nuove misure, incluse ulteriori sanzioni. Biden ha poi ribadito "l'impegno degli Stati Uniti alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina".

 

Biden-Macron-Scholz: "La mossa di Putin avrà una risposta" - Il capo della Casa Bianca, assieme a Olaf Scholz ed Emmanuel Macron, ha poi affermato che il riconoscimento delle regioni separatiste dell'Ucraina orientale "non resterà senza risposta".

 

"Sforzi contro un'ulteriore escalation" - I tre leader si sono dichiarati "solidali con l'Ucraina e hanno apprezzato la reazione controllata" che il Paese ha mostrato sotto la leadership di Zelensky. È quello che si legge in un comunicato della cancelleria tedesca. "I partner sono stati concordi sul fatto di non voler ridurre il proprio impegno per l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. Allo stesso tempo si impegneranno con tutte le forze per evitare un'ulteriore escalation della situazione".

 

Verso nuove sanzioni europee - A Bruxelles martedì mattina si riuniscono gli ambasciatori dei Paesi Ue (Coreper), che daranno il via all'esame di un primo pacchetto di sanzioni. Sul tavolo ci sono misure "mirate" nei riguardi "di individui coinvolti nell'azione" messa in campo dalla Russia e il "blocco dell'export" diretto alle due repubbliche separatiste riconosciute da Mosca. Anche Parigi, presidente di turno dell'Unione, ha parlato di sanzioni "proporzionate contro entità ed individui russi". L'elenco dei destinatari "è in fase di elaborazione, punteremo su una serie di attività localizzate nel Donbass e direttamente legate agli interessi russi e le adatteremo agli sviluppi attuali", ha spiegato l'Eliseo.

 

 

L'Ue: "Sanzioni contro chi ha riconosciuto il Donbass" - L'Ue ha ribadito in una nota ufficiale il suo "incrollabile supporto all'indipendenza, all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina nell'ambito dei confini internazionalmente riconosciuti. Bruxelles reagirà con sanzioni dirette nei confronti di chi è coinvolto in quest'azione illegale".

 

La condanna della Nato - Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha condannato la decisione russa relativa alla Repubblica popolare di Donetsk e alla Repubblica popolare di Luhansk. "Essa mina ulteriormente la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, erode gli sforzi per una risoluzione del conflitto e viola gli Accordi di Minsk", ha sottolineato in una nota.

 

Di Maio: "L'Italia condanna la decisione di Putin" - Oltre alla reazione delle istituzioni comunitarie, la decisione delle autorità russe di riconoscere le repubbliche separatiste scatena anche la reazione italiana. Secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è "da condannare in quanto contraria agli Accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica. L'Italia continua a sostenere l'integrità e la piena sovranità dell'Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Il governo italiano è pronto a riferire alla Camera sulla crisi ucraina".

 

"Sanzioni a Mosca senza tentennamenti, agire uniti" - Di Maio ha poi chiamato i partner europei e atlantici "ad agire compatti" contro Mosca. "Dopo le decisioni di questa sera, è doveroso discutere delle sanzioni da applicare alla Russia. Nessun tentennamento".

 

 

Londra annuncia nuove sanzioni alla Russia - La Gran Bretagna annuncerà martedì nuove sanzioni contro la Russia "in risposta alla violazione delle leggi internazionali e all'attacco alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina". Lo ha riferito il ministro degli Esteri, Liz Truss. Anche la Francia si è schierata contro la mossa di Putin, chiedendo "sanzioni europee mirate".

 

Ucraina, Russia e Nato: le forze in campo

Più di centomila soldati russi alle porte dell'Ucraina, migliaia di truppe americane inviate nelle ultime settimane in Polonia e Romania. E poi i movimenti in mare, con la maxi-esercitazione militare lanciata da Mosca nel Mar Nero, muovendo 30 navi da Sebastopoli e Novorossijsk per "difendere la costa della penisola di Crimea, le basi del Mar Nero e il settore economico del Paese da possibili minacce militari"; mentre da dicembre la portaerei americana Harry Truman è impegnata in manovre nel Mediterraneo, che nell'ultima settimana si sono spostate nell'Adriatico per esercitazioni congiunte con gli Alleati.

 

Nella crisi ucraina, le forze in campo hanno le dimensioni da conflitto su vasta scala, potenzialmente devastante.  L'escalation iniziata con Mosca che per mesi ha ammassato le sue forze sul fianco orientale della Nato dichiarando di voler proteggere i suoi confini, da ultimo con le manovre militari in Bielorussia, ha spinto Washington a rispondere con l'invio di massicci rinforzi in Europa.

 

Altri tremila soldati americani sono arrivati in Polonia, dove dall'inizio della crisi erano già stati inviate 1.700 truppe della brigata da combattimento di fanteria dell'82/ma divisione aviotrasportata. In Romania è stato invece trasferito uno squadrone dalla Germania. Decisioni che mirano a rafforzare la difesa - e la deterrenza - nei due Paesi Nato con i confini più lunghi con l'Ucraina. Un dispiegamento in cui vanno considerati anche gli 8.500 soldati messi in stato di "allerta elevata" a fine gennaio per essere schierati in Europa, se necessario.

 

Proprio dal cuore dell'area di crisi, però, il Pentagono ha deciso di ritirare "per prudenza" 160 soldati americani della Guardia nazionale della Florida che erano impegnati nell'addestramento dei colleghi ucraini, quasi tutte quelli ancora nel Paese. Se l'esercito di Kiev conta oltre 200mila soldati e 900mila riservisti, e si è rafforzato dal conflitto del 2014, ricevendo da allora 2,5 miliardi in aiuti militari americani e triplicando il suo budget nell'ultimo decennio, il confronto con le forze di Mosca rimane impari.

 

Di certo, però, gli armamenti della Nato ne hanno rafforzato la capacità di resistenza, anche grazie a strumenti all'avanguardia come i droni da combattimento turchi Bayraktar TB2. In Europa, poi, ci sono anche circa 70mila truppe americane che stazionano in modo permanente, circa la metà in Germania, cui vanno aggiunti i 7mila soldati che ruotano nell'ambito dell'operazione Atlantic Resolve acquartierati a Poznan, nella Polonia centro-occidentale.

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Altri morti nei combattimenti - Intanto non hanno accennato ad attenuarsi i combattimenti. Due soldati ucraini e un civile ucraini sono rimasti uccisi e altri quattro militari sono rimasti feriti in bombardamenti separatisti. Secondo l'Osce, nelle ultime 48 ore si sono verificate oltre 3.200 violazioni del cessate il fuoco.

 

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