Il vertice in cui si deciderà il da farsi si terrà il prossimo 18 dicembre. L’Italia, insieme a un manipolo di altri Paesi, ha espresso perplessità sulla misura. Putin, intanto, ha reagito, promettendo vendette e ritorsioni
© Afp
Nelle scorse ore il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis ha dichiarato che il regolamento sul rinnovo sine die delle sanzioni anti-russe, al vaglio del Consiglio Ue, “contribuirà alle discussioni sul prestito di riparazione” all’Ucraina. Il vertice in cui si deciderà il da farsi sugli asset russi congelati si terrà il prossimo 18 dicembre. L’Italia, insieme a un manipolo di altri Paesi, ha espresso perplessità sulla misura. Putin, intanto, ha reagito, promettendo vendette e ritorsioni.
Quanto valgono e perché sono così importanti - Quando si parla del congelamento degli asset russi ci si riferisce ai 300-350 miliardi di dollari di riserve della Banca Centrale Russa che, dopo l’invasione dell’Ucraina, sono stati congelati dai paesi del G7 e dall’Unione Europea nelle banche e nei depositari occidentali. Di questi circa 190-210 miliardi di euro sono depositati in Europa, soprattutto presso Euroclear in Belgio, e circa 100-110 miliardi di dollari sono presenti negli Stati Uniti, principalmente sottoforma di titoli di Stato Usa. I restanti si trovano in Giappone, Canada, Regno Unito, Australia e qualche altro Paese. L’Ue vorrebbe usare quel denaro per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina e per permettere a Kiev di ripagare i prestiti contratti con l’Europa. Ma la Russia considera tali asset proprietà sovrana intoccabile. Da qui le minacce di dure ritorsioni, laddove vengano impiegati a favore dell’Ucraina. L’uso degli asset è inoltre uno dei punti chiave dei negoziati con cui si sta provando a raggiungere la pace.
La posizione dell'Ue, Italia scettica - Per quel che riguarda la situazione Ue inerente ai voti sulla strada da intraprendere con la Russia sugli asset, 25 Paesi si sono espressi a favore mentre 2, Ungheria e Slovenia, hanno votato contro. Nonostante i voti a favore, alcuni Stati, hanno espresso perplessità. Belgio, Bulgaria, Italia e Malta, in una dichiarazione congiunta hanno suggerito alla Commissione Europea e al Consiglio ”di continuare a esplorare e discutere opzioni alternative conformi al diritto dell’Ue e internazionale, con parametri prevedibili, che presentino rischi significativamente inferiori, al fine di soddisfare le esigenze finanziarie dell’Ucraina, sulla base di un meccanismo di prestito dell’Ue o di soluzioni transitorie, in modo da garantire la continuità del sostegno prima che una delle opzioni sul tavolo possa effettivamente entrare in vigore”. Per i quattro Paesi, il divieto di trasferimento degli asset russi “comporta conseguenze giuridiche, finanziarie, procedurali e istituzionali che potrebbero andare ben oltre questo caso specifico”. Per questo motivo “ritengono che tale decisione avrebbe dovuto essere discussa dal Consiglio europeo prima che il Consiglio adottasse una decisione definitiva, in seguito e in conformità con le conclusioni sull’Ucraina adottate in occasione”.
Nessuna esitazione da von der Leyen e Costa - “Accolgo con favore la decisione del Consiglio sulla nostra proposta di continuare il congelamento dei beni sovrani russi. Stiamo inviando un segnale forte alla Russia: finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi per la Russia continueranno ad aumentare”, ha scritto su X la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Questo – ha aggiunto – è un messaggio potente per l’Ucraina: vogliamo assicurarci che il nostro coraggioso vicino diventi ancora più forte sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati”. Anche il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha dichiarato di essere a favore del congelamento senza scadenza degli asset: “Nel Consiglio europeo di ottobre, i leader dell’Ue si sono impegnati a mantenere congelati i beni russi fino a quando la Russia non porrà fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non risarcirà i danni causati. Oggi abbiamo mantenuto tale impegno. Prossimo passo: garantire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per il 2026-2027″.
Il Cremlino furioso: “Atto illegale" - Non si è fatta attendere la reazione della Russia che ha annunciato misure di ritorsione: "La nostra risposta sarà immediata - ha avvertito la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova - La Banca di Russia ha pubblicato una dichiarazione dettagliata sulla questione il 12 dicembre. Misure concrete sono già in fase di attuazione", ha affermato Zakharova in una nota pubblicata sul ministero degli Affari esteri. La portavoce della diplomazia russa ha aggiunto che la politica di Bruxelles nei confronti di Mosca è priva di logica e assomiglia al teatro dell'assurdo: ha osservato che la politica di danneggiare la Russia a qualsiasi costo ha già portato a una situazione economica disastrosa all'interno dell'Ue stessa. "La cessione dei nostri beni sovrani senza il consenso della Federazione russa, sia attraverso il blocco a tempo indeterminato, la confisca o un tentativo di presentare la loro confisca di fatto come una sorta di 'prestito di riparazione', è un atto assolutamente illegale che viola gravemente il diritto internazionale", ha ammonito Zakharova.