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Terremoto di magnitudo 7 in Marocco: oltre 2mila morti e migliaia di feriti | Tajani: 500 gli italiani nel Paese, stanno tutti bene

Migliaia in strada in panico a Marrakech. Mattarella: "Disponibili a contribuire ai soccorsi". Meloni: "Pieno sostegno"

In Marocco, una forte scossa di terremoto, di magnitudo 7, ha colpito la regione di Marrakech, provocando almeno 2.012 morti e 2.059 feriti.

Il bilancio è destinato a crescere. I sismografi hanno registrato la scossa alle 23:11 di venerdì 8 settembre. L'epicentro è stato localizzato al centro del Paese, a 16 chilometri del villaggio di Tata N'Yaaqoub. Secondo la Croce Rossa, l'emergenza potrebbe durare anni. Proclamati tre giorni di lutto nazionale. ll Centro regionale trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue. Solidarietà dell'Ue: "Pronti a dare tutti gli aiuti necessari". Meloni: "Dolore per il tragico bilancio, pieno sostegno dell'Italia". Mattarella: "Disponibili a contribuire ai soccorsi". Secondo la Farnesina, sono 500 gli italiani attualmente nel Paese e "stanno tutti bene".

Un boato nella notte

 Poco prima della mezzanotte un boato ha squarciato la notte marocchina: qualcuno ha pensato all'esplosione di una bomba, altri a "un aereo che si era schiantato sull'hotel". Era invece la scossa di terremoto di magnitudo 7.0 che, poco prima della mezzanotte locale, ha devastato il centro del Paese, danneggiato l'antica città di Marrakech e ucciso oltre 2mila persone. I feriti sono almeno 2mila, di cui centinaia versano in gravi condizioni. Il re Muhammad VI ha decretato tre giorni di lutto nazionale. 

 

Fotogallery - Terremoto in Marocco, scossa di magnitudo 7

Sisma di 30 secondi sentito fino in Spagna

 Il Centro per la ricerca scientifica e tecnica del Marocco ha individuato l'epicentro nel villaggio di Tata N'Yaaqoub, nella provincia di Al-Haouz: una zona montuosa che si trova a una settantina di chilometri da Marrakech, patrimonio Unesco dell'Umanità, dove le parti più fragili delle mura che circondano la medina sono crollate, così come il minareto di una piccola moschea. La scossa durata 30 secondi è stata avvertita lungo tutta la dorsale dell'Atlante e dall'altro versante della catena montuosa a Casablanca fino a Rabat, e ha provocato danni nel raggio di oltre 400 km.

 

Il moto ondulatorio è stato sentito anche nella vicina Algeria ed è arrivato fino al sud della Spagna e delle Canarie. E mentre le operazioni di soccorso continuano senza sosta hanno risposto all'appello delle autorità a donare sangue per i feriti, con lunghe file davanti ai centri trasfusionali. Organizzazioni internazionali e associazioni benefiche di tutto il mondo si sono già attivate, ma le previsioni sono drammatiche: secondo la Croce Rossa internazionale "il Marocco potrebbe aver bisogno di aiuto per mesi. Se non anni".

 

Ci sono 500 italiani in Marocco

 Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto. Il ministro ha dato subito indicazioni operative esortando a evitare l'aeroporto di Marrakech perché "intasato" e raggiungere invece con i bus gli scali di Casablanca o Rabat per imbarcarsi precisando che da questi due scali i voli sono regolari.

 

All'aeroporto di Marrakesh è stato anche istituito un desk dedicato da parte del Consolato onorario della città per assistere gli italiani. Non sono previsti per ora voli speciali per il rientro degli italiani ma, ha sottolineanto ancora Tajani, "l'ambasciata d'Italia a Rabat, il consolato d'Italia a Casablanca, il consolato onorario a Marrakesh sono impegnati nel dare tutto il sostegno possibile ai nostri connazionali e l'Unità di crisi del ministero degli Esteri opera 24 ore su 24". Intanto i primi italiani sono arrivati a Fiumicino. L'Italia, intanto, è pronta a fornire aiuti al Marocco. "La Protezione Civile è già a disposizione per intervenire. Fino adesso non c'è stata nessuna richiesta", ha detto Tajani riferendo di aver parlato con il responsabile della Protezione Civile Fabrizio Curcio. "La nostra organizzazione è una delle migliori al mondo, è pronta ad essere operativa nel giro di pochi minuti", ha sottolineato Tajani.

 

Il cordoglio dei leader di tutto il mondo

 La notizia e le immagini della devastazione hanno subito fatto il giro del mondo, raggiungendo anche i leader mondiali riuniti a Delhi per il vertice del G20. Dalla premier Giorgia Meloni al presidente americano Joe Biden, dal padrone di casa Narendra Modi al capo di Stato francese Emmanuel Macron, sono numerosi gli attestati di solidarietà e le offerte di invio di aiuti e assistenza. La tragedia del Marocco ha unito per una volta anche i sentimenti dei due acerrimi nemici, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin, che hanno espresso le proprie condoglianze. Così come papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per esprimere "dolore e solidarietà". Dall'Italia il presidente Sergio Mattarella ha scritto un messaggio al re Muhammad VI per partecipare la sua "immensa tristezza" e "manifestare disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso".

 

Il messaggio anche dai "nemici" dell'Algeria

 Anche l'Algeria ha offerto aiuti al "fraterno popolo marocchino" e, con una mossa considerata eccezionale, ha deciso di aprire il proprio spazio aereo per consentire ai voli umanitari di raggiungere il Marocco: Algeri lo aveva chiuso agli aerei civili e militari marocchini nel 2021 dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche con Rabat.

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