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Spagna, il sesso senza consenso esplicito è stupro: approvata in via definitiva la legge del "solo sì è sì"

La norma elimina la distinzione tra il reato di "abuso sessuale" e quello di "aggressione sessuale", lasciando in vigore solo quest'ultimo

"Abusi e non stupro", la sentenza scatena le proteste

Stretta contro le violenze sessuali in Spagna.

Il 25 agosto, la Camera del Parlamento ha approvato in via definitiva la cosiddetta legge del "solo sì è sì". Secondo la norma, qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non dà il proprio consenso esplicito è uno stupro. In particolare, come sottolineato nel testo di legge, "c'è consenso solo quando è stato liberamente espresso con atti che, date le circostanze del caso, esprimono chiaramente la volontà della persona interessata".

 

La norma contempla modifiche del codice penale come l'abolizione della distinzione tra il reato di "abuso sessuale" (più lieve) e quello di "aggressione sessuale" (più grave), lasciando in vigore solo quest'ultimo. Pertanto, qualsiasi interazione sessuale senza il consenso dell'altra persona sarà un'aggressione e sarà punita con una pena detentiva da 1 a 4 anni.

 

L'ultima votazione sul testo, promosso in particolare dalla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero, si è tenuta al Congresso dei deputati, dove sono stati registrati 205 "sì" e 141 "no".  Dopo un primo passaggio al Congresso a fine maggio, il progetto di legge è stato poi esaminato al Senato, dal quale si attendeva l'ok definitivo a luglio. Un'inattesa manovra parlamentare tecnica messa in atto da partiti dell'opposizione ha però fatto rimbalzare di nuovo il testo al Congresso. "Oggi è una giornata di vittoria, dopo molti anni di lotta", ha commentato Montero in Aula. "Finalmente, il nostro Paese riconosce per legge che il consenso dev'essere al centro di tutte le relazioni sessuali", ha aggiunto.

 

Il caso di cronaca legato alla legge - La legge viene chiamata "solo sì è sì" per via di uno slogan gridato nelle piazze spagnole durante manifestazioni di protesta per un caso giudiziario riguardante uno stupro di gruppo che suscitò forti polemiche. Il caso, noto come "La Manada", risale al 2016: la vittima, allora 18enne, era stata violentata da un branco di cinque ragazzi a Pamplona e poi lasciata seminuda nell'androne di un palazzo. I giovani avevano anche filmato tutto con gli smartphone, vantandosi poi dei fatti su un gruppo WhatsApp, in cui si riferivano a loro stessi con la parola "La Manada", cioè "Il branco". 

 

I giudici del tribunale di Pamplona avevano condannato i cinque a nove anni di carcere per "abusi sessuali" e non per stupro. Da qui le forti proteste che si erano scatenate nel Paese. "Non è abuso, è stupro" e "Sorella, io sì ti credo" erano gli slogan delle associazioni che combattevano per il rispetto delle donne. Il verdetto era poi stato poi rivisto dal Tribunale supremo spagnolo, i cui giudici riconobbero che fu una vera e propria aggressione sessuale. 

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