DOPO 10 ANNI

Falliti i negoziati sul nucleare, tornano in vigore le sanzioni dell'Onu all'Iran | Teheran: "Decisione ingiustificata e inaccettabile"

Parigi, Londra e Berlino: "Evitare l'escalation". L'Ue: "Sanzioni non chiudano la diplomazia"

28 Set 2025 - 11:33
 © Ansa

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A dieci anni dall'accordo sul nucleare fortemente voluto da Barack Obama e poi stracciato da Donald Trump, sono rientrate in vigore le sanzioni Onu all'Iran. Le ultime speranze di aprire un varco verso una nuova intesa erano riposte nei colloqui dietro le quinte al Palazzo di Vetro. Ma le discussioni tra i rappresentanti iraniani, statunitensi ed europei tenutisi a margine dell'Assemblea generale dell'Onu ancora una volta non hanno portato ad alcun risultato e le severe misure restrittive sono rientrate in vigore.

Ue: "Non sia la fine della diplomazia"

 "Il ripristino delle sanzioni non deve segnare la fine della diplomazia con l'Iran", scrive in una nota l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue, Kaja Kallas. "L'Onu ha reintrodotto le sanzioni contro l'Iran a causa del suo programma nucleare" e anche "l'Ue procederà senza indugio", ma "una soluzione sostenibile alla questione nucleare iraniana può essere raggiunta solo attraverso negoziati e diplomazia", ha evidenziato. In una nota congiunta i ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito e Germania hanno esortato Teheran a "evitare azioni di escalation". "Il ripristino delle sanzioni - si legge nella nota - non significa la fine della diplomazia. Esortiamo l'Iran a evitare qualsiasi escalation e a tornare a rispettare gli obblighi di salvaguardia giuridicamente vincolanti".

Iran: "Ripristino delle sanzioni è ingiustificato e inaccettabile"

 Ma è proprio contro i tre Paesi europei che arriva la dura reazione iraniana. L'azione loro e degli Stati Uniti "nell'abuso dello snapback è illegale e infondata", ha affermato il ministero iraniano degli Esteri. "L'azione del trio europeo, sotto la pressione degli Stati Uniti, di ripristinare le risoluzioni revocate non è solo giuridicamente infondata e ingiustificabile, ma è anche del tutto inaccettabile", ha aggiunto, citato da Mehr. E infine ha attaccato: "Risponderemo ai tentativi di danneggiarci".

Nei giorni scorsi, a margine dell'assemblea Onu, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian a New York, prima di ripartire per Teheran, aveva confermato che "non c'è nessun accordo" e aveva definito "inaccettabile" la richiesta - soprattutto Usa - di consegnare tutto l'uranio arricchito e di rinunciare una volta per tutte al nucleare. Risultato: il ritorno delle misure restrittive che erano state sospese nel 2015, grazie a quel meccanismo di 'snapback' inserito nell'intesa siglata allora. Un meccanismo che prevede, in caso di violazione degli accordi da parte di Teheran, il ripristino automatico di severe sanzioni.

Un passo indietro enorme, dunque, rispetto a una decade fa e in uno scenario completamente cambiato, con l'avvento di Trump che ha portato a una regressione dei rapporti con Teheran fino ai raid di Usa e Israele del giugno 2025 contro i più importanti siti nucleari iraniani. Un'escalation che ha spazzato via tutti gli sforzi di mediazione che erano in corso da mesi. A spingere fino all'ultimo per una soluzione diplomatica erano stati soprattutto gli europei firmatari dell'accordo del 2015 (Francia, Germania e Regno Unito). Ma di fronte alle violazioni riscontrate dagli ispettori dell'Aiea anche loro in agosto avevano lanciato l'ultimatum: subito una nuova intesa o il ritorno delle sanzioni.

Cosa prevedono le sanzioni

 Le sanzioni prevedono l'embargo europeo sulle armi e quello sulle attrezzature necessarie per far avanzare il programma nucleare civile dell'Iran, oltre a pesanti restrizioni economiche, bancarie e finanziarie in genere. Misure multilaterali che si vanno ad aggiungere a quelle unilaterali già reintrodotte dall'amministrazione Trump. 

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