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Russia accusa Italia: "Atto ostile, esclusi da riunione su proliferazione armi" | Roma replica: "Accuse pretestuose"

Il summit che si è aperto nella capitale prevede la partecipazione di 20 Paesi. Mosca era stata avvisata dell'esclusione per il suo attacco all'Ucraina

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La Russia ha fortemente criticato l'Italia per il mancato invito alla riunione del Gruppo di esperti operativi (GEOV) dell'Iniziativa anti-proliferazione (Psi) che si è aperta il 26 ottobre a Roma.

"L'Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente e Mosca considera questa mossa dell'Italia come ostile", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. Non si è fatta attendere la replica della Farnesina che considera le esternazioni della Russia come "pretestuose". "La decisione di non coinvolgere esperti russi è stata presa d'intesa con i principali paesi partecipanti all'iniziativa", ha scritto il ministero degli Esteri italiano.

Mosca: "Esclusione da riunione è atto ostile di Roma" - "L'Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente" estromettendo gli esperti russi dal partecipare a una seduta sulle questioni operative dell'Iniziativa sulla lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa (Psi) apertasi a Roma. E' quanto afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. Mosca, ha aggiunto Zakharova, "considera questa mossa di Roma come ostile. Questo è un altro attacco provocatorio alla Russia".

 

"Siamo indignati dal fatto che l'Italia abbia ritirato l'invito precedentemente inviato alla Russia alla riunione del Gruppo di esperti operativi (GEOV). Protestiamo con forza", sottolinea Zakharova. "Questo è un altro attacco provocatorio contro la Russia. Rimuovendo i nostri esperti dalla partecipazione all'evento, l'Italia ha gravemente violato i suoi poteri, minato completamente la sua credibilità, ha segnato la sua riluttanza a svolgere funzioni di presidenza in modo coscienzioso e imparziale e a organizzare eventi multilaterali", afferma Zakharova. "Tali azioni, che sembrano essere un tentativo di isolare la Russia, sono inaccettabili e distruttive", ha concluso.

 

Farnesina: "Mosca pretestuosa su esclusione da riunione Psi" - Replica della Farnesina secondo cui la decisione di non coinvolgere gli esperti russi è stata assunta d'intesa con i principali Paesi partecipanti all'iniziativa. "In uno spirito di trasparenza - sottolinea la Farnesina in una nota -, essa era stata preannunciata dall'Italia, nella sua veste di presidente di turno, alla Federazione russa. 

 

Esclusione per attacco a Ucraina e atteggiamento non cooperativo - "L'esclusione - scrive ancora la Farnesina - è motivata non soltanto dalla brutale aggressione russa all'Ucraina - (qui le ultime notizie sul conflitto: Putin minaccia rischio di conflitto mondiale) -, ma anche alla luce di un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo adottato da Mosca nei principali fori internazionali di disarmo e non proliferazione, da ultimo opponendosi, lo scorso agosto, all'approvazione unanime del documento finale della Conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione. Già nel 2014 e 2015, alla luce dell'intervento russo in Crimea e degli sviluppi in Donbass, la Federazione russa era stata temporaneamente esclusa da analoghi esercizi. Sotto questo profilo, le dichiarazioni rilasciate oggi dalla portavoce del ministero degli Esteri russo appaiono del tutto pretestuose".

 

Che cosa è la Proliferation Security Initiative (Psi) - La Proliferation Security Initiative (PSI) è uno sforzo globale che mira a fermare il traffico di armi di distruzione di massa e i loro sistemi di consegna. Proposto dal presidente degli Stati Uniti, George W. Bush nel maggio 2003 in un incontro a Cracovia (Polonia) il PSI è ora cresciuto fino a includere l'approvazione di 105 nazioni in tutto il mondo. Tra i principali Paesi partecipanti ci sono Russia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Francia, Germania, Italia, Argentina, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Singapore, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Norvegia. Nonostante il sostegno di oltre la metà dei membri delle Nazioni Unite, numerosi Paesi hanno espresso opposizione all'iniziativa, tra cui India, Cina e Indonesia. Il Psi non ha un organismo centrale o un segretariato e non è un coordinatore delle interdizioni nel mondo reale. È un impegno politico, un accordo flessibile di cooperazione internazionale ed è coerente con le autorità legali nazionali e internazionali. Gli stati aderenti cercano una solida capacità di condurre interdizioni che di solito coinvolgono solo due o tre governi. 

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