Fautore del dialogo tra religioni e di un percorso di pace in Medioriente, di Dall'Oglio si sono perse le tracce dal 29 luglio 2013 a Raqqa, nel pieno della guerra civile siriana
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A quasi 12 anni dalla sua misteriosa scomparsa in Siria, su padre Paolo Dall'Oglio non si hanno ancora notizie certe. E anche ora che in una fossa comune è stato scoperto un corpo che potrebbe essere quello del gesuita, non ci sono ancora conferme ufficiali. Fautore del dialogo tra religioni e di un percorso di pace in Medioriente, Dall'Oglio scomparve il 29 luglio 2013 a Raqqa, nel pieno della guerra civile siriana.
Nato a Roma il 17 novembre 1954, Paolo Dall’Oglio è un gesuita e islamologo noto per il suo approccio innovativo e profondo al dialogo tra cristianesimo e religione musulmana. Dopo aver studiato arabo e islamistica, si trasferì in Siria negli Anni Ottanta, dove intraprese un percorso spirituale e sociale che lo avrebbe reso una figura di riferimento internazionale.
Nel 1991, padre Dall'Oglio rifondò il monastero di Mar Musa, un antico complesso monastico del VI secolo situato nel deserto siriano a nord di Damasco. Il luogo di culto divenne ben presto un centro di dialogo tra religioni, accogliendo fedeli cristiani e musulmani in uno spazio di tolleranza e coesistenza. L'iniziativa fece conoscere il "modello Dall'Oglio" in tutto il mondo, rendendolo oggetto di studio e ammirazione.
Il 29 luglio 2013, nel pieno della guerra civile siriana, Paolo Dall'Oglio arrivò a Raqqa, allora sotto il controllo dell'Isis, per negoziare la liberazione di alcuni ostaggi. Da quel momento, si erano perse le sue tracce. Nel 2019, alcuni ex miliziani del sedicente Stato Islamico affermarono che Paolo Dall'Oglio fosse stato ucciso poco dopo il suo rapimento, ma senza fornire alcuna prova concreta. Nonostante voci contrastanti e ipotesi varie, la sorte del gesuita è ancora oscura.