Gaza, il ritorno dei palestinesi sfollati
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Tra le proposte coordinate dal vicepremier Tajani anche l'impegno degli sminatori, la realizzazione di depuratori e l'invio di beni alimentari e di prima necessità
Il governo italiano è al lavoro per definire il piano per la prima fase del dopoguerra nella Striscia di Gaza, un programma che coinvolge diversi ministeri con proposte coordinate dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’intervento punta a soddisfare innanzitutto i bisogni primari della popolazione, ma guarda anche alla formazione e al rafforzamento delle istituzioni palestinesi. In questo quadro, la Farnesina avvierà una prima missione tecnica tra Israele, Cisgiordania e Giordania per un confronto operativo con le autorità locali e con le agenzie delle Nazioni Unite presenti nell’area.
L'Italia ha inviato finora 2.400 tonnellate di beni alimentari e di prima necessità. La Farnesina sta ora preparando ciò che definisce il più grande invio di aiuti alimentari dall'inizio della crisi: 100 tonnellate in totale, raccolte grazie al contributo delle principali realtà del sistema Italia.
In occasione della futura apertura del valico di Rafah ripartirà Eubam, la missione dell'Ue di assistenza alla gestione integrata delle frontiere, a cui partecipano al momento in tutto 20 militari tra Francia, Spagna e Italia (con 8 carabinieri): potrebbe esserne previsto un potenziamento con l'arrivo di uomini a breve. Si valuta invece per il futuro l'invio di circa duecento carabinieri nella Striscia per addestrare le future forze locali palestinesi ed è ancora in gioco la possibile presenza di uomini del genio militare per rimuovere mine e ordigni bellici. Tutto è legato agli esiti dei colloqui dei prossimi giorni ed eventuali risoluzioni delle Nazioni Unite.
Una rete - coordinata dal ministero per le Disabilità - provvederà all'assistenza e alla riabilitazione di bambini e persone con gravi disabilità. Particolare attenzione sarà dedicata - grazie all'intervento del ministero della Ricerca - allo sviluppo di progetti di telemedicina e alla creazione di presidi locali per la realizzazione di protesi.
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La protezione civile italiana è pronta ad allestire in pochi giorni un ospedale da campo: il primo potrebbe essere fornito dalla Regione Piemonte. Si tratta di un'opzione già valutata dalla Difesa tempo fa, ma all'epoca accantonata per la mancanza di acqua pulita. È anche per questo che l'Italia metterà a disposizione dei potabilizzatori. Il ministro degli Esteri ha dato indicazioni per offrire assistenza sanitaria ai civili di Gaza nei territori di Giordania ed Egitto: gli ospedali del sistema sanitario nazionale - tra cui il Bambin Gesù, il Gemelli, il Rizzoli, il Meyer - hanno già dato disponibilità a collaborare con le strutture italiane presenti in quei Paesi.
Sarà possibile approntare casette prefabbricate modulari per ospitare scuole e famiglie anche a medio termine, secondo quanto annunciato dal ministro per la protezione Civile, che nella fase della ricostruzione potrà mettere a disposizione un team di esperti per la pianificazione. Tutto avverrà solo dal momento in cui si verificheranno le condizioni per operare in sicurezza.
L'attivazione di corsi a distanza è una delle proposte del ministero dell'Università, così come il progetto per la costruzione di un ateneo a Gaza. A queste iniziative si sommano i 'corridoi universitari', già inaugurati con l'arrivo di un gruppo di studenti nel nostro Paese.
Le Farnesina è anche al lavoro per nuove operazioni di accoglienza, che finora hanno portato in Italia già oltre 1.200 palestinesi di Gaza, tra cui quasi 200 bambini che sono stati presi in cura da 22 ospedali italiani.