È crisi di governo nei Paesi Bassi: Geert Wilders, leader della destra estrema, ha ritirato i suoi ministri. Il motivo? La politica sull'immigrazione
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Il premier dei paesi Bassi Dick Schoof ha presentato a re Guglielmo Alessandro le proprie dimissioni. Lo ha annunciato lo stesso capo del governo al termine della riunione straordinaria del Consiglio dei ministri all'Aja, convocata dopo la decisione del leader dell'ultradestra Wilders di abbandonare la coalizione.
La già fragile coalizione di governo dei Paesi Bassi è arrivata al collasso dopo che Geert Wilders, leader del partito di estrema destra PVV (Partito per la Libertà), ha ritirato il suo gruppo dall'esecutivo, in aperto contrasto con gli alleati sulla politica migratoria. Wilders, il cui partito populista e anti-islamico è risultato il più votato alle elezioni del novembre 2023, ha giustificato così la sua decisione: "Avevo firmato per una politica sull'asilo più dura, non per la rovina dei Paesi Bassi". In particolare, ha lamentato la mancata approvazione del suo piano in dieci punti per limitare l'immigrazione clandestina. E circa un anno e mezzo dopo le elezioni, i Paesi Bassi si ritrovano senza governo. La decisione è stata l'esito di una riunione mattutina tra i leader dei quattro partiti della coalizione: PVV, Movimento Contadino-Cittadino (BBB), Nuovo Contratto Sociale (NSC) e Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD). Coalizione che da mesi faticava a trovare coesione su temi centrali.
Un ritorno alle urne sembra ora l'ipotesi più probabile, anche se teoricamente i tre partiti rimanenti potrebbero tentare di governare in minoranza. Tuttavia il premier Schoof è determinato a rimettere il suo mandato nelle mani di re Guglielmo Alessandro. Anche perché le reazioni degli alleati sono state durissime. La leader del VVD, Dilan Yesilgöz, ha definito il leader di estrema destra "super irresponsabile", accusandolo di agire "per ego" e di far apparire il governo "ridicolo" in un momento di instabilità internazionale. Caroline van der Plas (BBB) ha parlato di "tradimento dell'interesse nazionale", mentre Nicolien van Vroonhoven (NSC) ha definito la decisione "incredibile e incomprensibile".
Il piano sull'immigrazione proposto da Wilders prevedeva misure estreme, tra cui l'uso dell'esercito per pattugliare i confini, il respingimento automatico dei richiedenti asilo, la chiusura dei centri di accoglienza e la sospensione delle quote europee. Già nel 2012 Wilders aveva fatto cadere il governo di minoranza di Mark Rutte. Secondo Rob Jetten, leader dell'opposizione liberale (D66), "chi lavora con Wilders sa che prima o poi succede".
I sondaggi indicano che il PVV di Geert Wilders ha perso terreno rispetto all'ondata elettorale del 2023, con il consenso attuale sceso al 20%, in linea con l'alleanza laburista-verde di opposizione. Ma fino a nuove elezioni non si potrà sapere se i sondaggisti hanno ragione. Fatto sta che ora i Paesi Bassi sono senza governo, per di più a meno di un mese da un importante vertice Nato previsto all'Aia.