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New York, Di Maio presenta all'Onu un piano tutto italiano per garantire la pace

Sono quattro i punti fondamentali per raggiungere lo scopo. Prevista la creazione del Gruppo Internazionale di Facilitazione, organo di controllo e mediazione

Durante la visita di Luigi Di Maio a New York, il ministro degli Esteri ha presentato al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres un piano italiano per garantire la pace e ricostruire, poco alla volta, le relazioni tra Occidente e Russia.

Il documento, elaborato negli uffici della Farnesina prevede il cessate il fuoco, la neutralità dell'Ucraina la risoluzione delle contese territoriali e un nuovo patto di sicurezza internazionale. Il tutto sotto lo sguardo attento di un organo in grado di garantire l'attuazione corretta delle varie fasi.

La Farnesina, in collaborazione con Palazzo Chigi, ha definito quattro step fondamentali che possano garantire la risoluzione delle controversie principali. Nelle scorse ore il documento è stato consegnato anche ai ministri degli Esteri del G7.

Il primo step è quello del "cessate il fuoco", seguito dalla smilitarizzazione della linea del fronte, per preparare il terreno a eventuali discussioni e alla cessazione definitiva delle ostilità. Nonostante sia il passaggio più scontato, è anche quello più complesso vista la situazione sul terreno e la linea del fronte di battaglia che si estende per centinaia di chilometri. 

Il secondo passo riguarda la definizione del futuro dell'Ucraina, nello scacchiere di alleanze e trattati. La soluzione consigliata è quella di garantire la neutralità di Kiev, tramite accordi internazionali di complessa revisione. È prevista la convocazione di una conferenza di pace, nella quale discutere le eventuali condizioni. Vista l'intenzione dell'Ucraina di entrare nella Ue, lo status neutrale dovrebbe essere compatibile con quello di paese membro della Comunità Europea. 

Il terzo punto, quello più turbolento dal punto di vista diplomatico, prevede la definizione di un accordo bilaterale tra Russia e Ucraina in grado di appianare le divergenze sulla gestione dei territori contesi della Crimea (invasa dalla Russia nel 2014)e Donbass (in particolare le repubbliche separatiste di Donetsl e Lugansk). Saranno discussi, il nodo della sovranità, del controllo del territorio, le disposizioni legislative e costituzionali di queste aree ed eventuali misure politiche di autogoverno.

Inclusi anche i diritti linguistici e culturali, la libera circolazione di persone, beni, capitali e servizi, la conservazione del patrimonio storico e alcune clausole di revisione a tempo. In parole povere si suggerisce un'autonomia totale delle aree contese e una gestione della sicurezza autonoma. 


Infine il quarto punto, di più ampio respiro internazionale, prevede un accordo multilaterale in grado di garantire pace e sicurezza in Europa, coinvolgendo l'Osce. Verrà riproposto un riassetto degli equilibri internazionali, a partire dal rapporto tra Unione Europea e Mosca nel quale verranno messi in discussione la stabilità strategica, il disarmo e il controllo degli armamenti, la prevenzione dei conflitti e le misure di rafforzamento della fiducia.

Argomento di una delle mediazioni più importanti sarà il ritiro delle truppe russe dai territori occupati e riproporre un ritorno allo status quo precedente il 24 febbraio 2022, data dell'invasione ordinata da Putin. Il ritiro potrebbe essere progressivo, così come progressiva sarebbe la possibile revoca condizionata, parziale, graduale, proporzionale delle sanzioni nei confronti della Russia.

Le quattro fasi saranno poste sotto la totale vigilanza di un organo creato ad hoc: il Gif, Gruppo Internazionale di Facilitazione, composto da Paesi e organizzazioni internazionali, in particolare Onu e Ue. Tra i Paesi che, già qualche settimana fa, erano stati presi in considerazione per i negoziati di pace ci sono Francia, Germania, Italia, Turchia, Stati Uniti, Cina, Canada, Regno Unito, Polonia, Israele.

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