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Miss Iran bloccata all'aeroporto di Manila: "Se torno a Teheran, mi uccidono"

Il governo iraniano ne ha chiesto lʼestradizione per "crimini contro lo Stato". Lei, Bahareh Zare Bahari, nega: "Sono solo unʼattivista politica". Ma ha paura...

Un incubo senza fine per Bahareh Zare Bahari, ex concorrente iraniana del concorso di bellezza Miss Intercontinental 2018.

La 31enne è bloccata da quasi due settimane all’aeroporto internazionale di Manila per sfuggire alla richiesta di estradizione che Teheran ha emesso nei suoi confronti. Secondo il governo iraniano, Bahari avrebbe commesso dei “crimini contro lo Stato”. “Non sono responsabile di nulla”, ha replicato la ex miss al Telegraph. “Sono solo un’attivista politica e sostengo i diritti delle donne nel mio Paese”. La ragazza chiede disperatamente asilo nelle Filippine: “Se verrò deportata in Iran, mi uccideranno”.

Miss Iran bloccata in aeroporto da due settimane: "Se torno a Teheran, mi uccidono"

 

Il racconto di Bahari - La 31enne ha dichiarato che, tredici giorni fa, di ritorno da un viaggio a Dubai, è stata confinata in una stanza del terminal 3 dell'aeroporto internazionale Ninoy Aquino per la richiesta di estradizione emessa dall'Interpol.  Secondo l’ex miss, le autorità di Teheran non hanno apprezzato la sua comparsa nella concorso di bellezza 2018, durante il quale ha sfilato sotto la bandiera dell’ex monarchia iraniana. "Ho voluto dare voce all’opinione di gran parte del mio popolo, che è contrario all’attuale regime corrotto e vorrebbe ritornare alla monarchia”, ha commentato Bahari.
La modella, inoltre, crede di essere stata presa di mira a causa del suo attivismo sociale a sostegno dei diritti delle donne nel suo Paese: “Voglio che le ragazze iraniane imparino che hanno gli stessi diritti degli uomini".

 


Manila sta valutando la domanda di asilo - La richiesta di asilo dell’ex miss è ora sotto esame del Dipartimento di Giustizia delle Filippine.   L’Ong internazionale Human Rights Watch ha lanciato un appello chiedendo "una valutazione equa e imparziale della richiesta di asilo di Bahari”. "È assolutamente fondamentale che le Filippine le diano un supporto”, ha affermato Phil Robertson, vicedirettore della divisione asiatica dell'organizzazione umanitaria.

 

 

Il video Facebook -  Intanto la ragazza, pur costretta a un’estenuante attesa, cerca di non perdere la speranza. “Le Filippine sono la mia seconda casa”, ha raccontato in un video su Facebook. “Studio e vivo a Manila da sei anni, perciò mi aspetto il supporto del governo”. “Purtroppo so che in futuro non potrò continuare a vivere qui. E’ troppo pericoloso per me”, continua. “Dovrò trasferirmi in altri Paesi e spero nel loro aiuto. Ho sempre cercato di battermi a sostegno della mia gente contro il terribile regime iraniano. Non mi arrendo”.

 

 

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