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Migranti alla deriva nell'Atlantico per tre mesi: diretti alle Canarie sono finiti in Brasile | Nove i corpi a bordo di un barchino

L'imbarcazione avvistata da alcuni pescatori dello Stato del Parà. In 25 erano salpati a metà gennaio, ma devono aver perso la rotta

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La verità che ha fatto comprendere le dimensioni dell'ennesima tragedia della migrazione è stata appurata solo dopo che la guardia costiera brasiliana ha portato a riva quel barchino alla deriva, avvistato da alcuni pescatori dello Stato del Parà.

I nove corpi a bordo non erano di haitiani, come inizialmente sospettato, ma di africani provenienti dal Mali e dalla Mauritiana, salpati dall'Africa a metà gennaio e diretti alle Canarie. Ma l'imbarcazione, a forma di canoa, con il suo carico di vite, almeno 25, stando ai documenti recuperati, ha perso la rotta e dopo tre mesi alla deriva nell'Atlantico è arrivata in Brasile. E quel carico di vite è diventato un carico di morte.

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"I documenti e gli oggetti trovati vicino ai corpi indicano che le vittime erano migranti provenienti dal continente africano, dalla regione della Mauritania e del Mali", ha fatto sapere la polizia federale brasiliana, aggiungendo che fra i deceduti potrebbero esserci anche persone di altre nazionalità.

 

I nove corpi in avanzato stato di decomposizione (otto a bordo, uno nei pressi dell'imbarcazione) erano stati trovati sabato 13 aprile da pescatori a bordo di una barca alla deriva nell'Oceano Atlantico, al largo del Brasile, precisamente al largo dello Stato costiero settentrionale di Parà. I pescatori avevano fatto una segnalazione alla guardia costiera brasiliana. Inizialmente si parlava del ritrovamento di venti cadaveri e le prime ipotesi facevano riferimento a migranti provenienti da Haiti.

 

 

Invece, l'imbarcazione in vetroresina a forma di canoa, lunga circa 12 metri e di colore bianco e blu, rinvenuta in Brasile, presenta le stesse caratteristiche delle piroghe da pesca mauritane, spesso utilizzate dai migranti dell'Africa occidentale e dai rifugiati in fuga verso le Isole Canarie spagnole, il che suggerisce che probabilmente il Brasile non era la loro destinazione. Così l'avvistamento di fronte alla costa dell'Amazzonia brasiliana può essere spiegata con il fatto che i migranti provenienti dall'Africa sono finiti alla deriva dopo aver fallito l'approdo alle isole Canarie.

 

Inoltre, la barca, che risulta dunque poco più grande di una scialuppa, non presenta danni allo scafo, ma non è dotata di alcun meccanismo di propulsione (motore, vela o remi).

 

 

La rotta atlantica dall'Africa occidentale al territorio dell'Unione europea è una delle più pericolose al mondo. Le imbarcazioni che non raggiungono la loro destinazione possono essere spazzate via dagli alisei atlantici e dalle correnti da est a ovest, andando alla deriva per mesi. I migranti a bordo spesso muoiono per disidratazione e malnutrizione. Si sa anche che altri si gettano nell'oceano per la disperazione.

 

Più di 13mila migranti hanno raggiunto le Canarie nel 2024, ma secondo il ministero dell'Interno spagnolo centinaia di altri sono stati dati per dispersi. In Mauritania le famiglie hanno persino istituito una "commissione nazionale" incaricata di cercare i migranti scomparsi. Stando ai dati dell'Agenzia Onu per i rifugiati, oltre 1.400 migranti hanno perso la vita nel 2023 cercando di raggiungere proprio le Isole Canarie dall'Africa.

 

 

Un'inchiesta dell'agenzia di stampa Associated Press pubblicata l'anno scorso ha rivelato che nel 2021 almeno 7 imbarcazioni provenienti dall'Africa nord-occidentale sono state trovate nei Caraibi e in Brasile, tutte con a bordo cadaveri. Un'impennata del 500% della migrazione dalla costa nord-occidentale dell'Africa verso la Spagna nel 2024 ha messo in allarme le autorità europee. Nonostante un accordo da 210 milioni di euro firmato a febbraio fra l'Unione europea e la Mauritania, la maggior parte delle partenze è avvenuta dal Paese dell'Africa occidentale.

 

Alcune famiglie contattate dall'agenzia di stampa AP hanno riferito che seguono con ansia le notizie sul ritrovamento dell'imbarcazione in Brasile. La polizia federale brasiliana afferma di essere ancora al lavoro per identificare i corpi e la causa della morte seguendo i protocolli Interpol di identificazione delle vittime di disastri. Un compito complesso, dato l'avanzato stato di decomposizione in cui sono stati trovati i cadaveri.

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